Due lettere di diffida indirizzate al direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Francesco Cobello, e al collega dell’Ulss 9 Scaligera, Pietro Girardi. Sono state spedite martedì dal segretario generale funzione pubblica Cgil di Verona, Sonia Todesco, che segue le trattative per conto della sigla al tavolo regionale. Con questa iniziativa, il sindacato vuole scongiurare l’applicazione del protocollo d’intesa sul trasferimento del personale dalle aziende sanitarie venete all’Azienda zero e la costituzione di un fondo per mettere a segno l’operazione. «Costerebbe alla sanità veronese oltre 550mila euro di tagli, senza portare alcun vantaggio», spiega Todesco, «da Verona infatti ci sono pochissime disponibilità al trasferimento. Si rischiano esuberi. Subiremo così la sforbiciata e peseremo sempre meno sulle scelte della sanità del futuro». Ma ecco i fatti. L’11 luglio, a Venezia, le organizzazioni sindacali Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Fsi, Nursing Up sottoscrivono con il direttore generale veneto dell’area sanità, Domenico Mantoan, un documento che segna l’accordo sul trasferimento del personale dalle aziende sanitarie all’Azienda zero, che è in fase di avvio, e sulla costituzione dei fondi aziendali a disposizione del personale della nuova struttura che dovrà centralizzare gare d’appalto, concorsi, acquisti, assicurazioni in sanità, oltre alle funzioni di uffici tecnici e legali, ora esercitate in modo autonomo dalle singole aziende Ulss o ospedaliere. L’intesa viene sottoscritta da tutti i sindacati, non però da Cgil che in questi giorni si è organizzata per spedire le diffide ai dg veneti. «La dotazione organica dell’Azienda zero è fissata in 225 unità. Nell’immediato si procederà al bando per i trasferimenti volontari. Non sono previsti comunque spostamenti coatti per il personale in servizio in aziende che distano oltre 50 chilometri da Padova, dove è insediata la struttura. Ad esempio da Verona», spiega la sindacalista. Gli spostamenti, però, vanno incentivati. Come? Prevedendo, secondo il protocollo, una decurtazione del fondo del comparto (cioè a disposizione dei dipendenti delle Ulss non medici, ndr) dello 0,96 per cento, il che vuol dire 255mila euro per l’Azienda ospedaliera e circa 300mila euro per la Scaligera. Questo taglio verrà fatto anche se da Verona, a quanto pare, si sposteranno solo poche persone e quindi gli stipendi da pagare saranno gli stessi. Le due aziende della sanità scaligera si troveranno a compartecipare all’operazione «trasferimenti» rimanendo però a parità di organico da retribuire. In più, dovranno far fronte ad esuberi e ricollocazioni di personale che sarà privato delle mansioni amministrative svolte fino ad oggi. «A questo proposito avevo anche suggerito al tavolo che parte degli amministrativi fosse utilizzata per le medicine di gruppo integrate», fa presente Todesco. Proposta caduta nel vuoto. «Nella nostra diffida ribadiamo che il protocollo non rappresenta alcun vincolo per le aziende. Bisogna anche sottolineare che le risorse che verrebbero usate per incentivare i trasferimenti sono previste da contratto nazionale e dovrebbero servire a premiare la produttività. Sono interamente originate dai rinnovi contrattuali. È palese quindi l’indisponibilità per altri scopi», aggiunge. Infine due considerazioni di scenario. «La prima, l’Azienda Zero per complessità e tipologie di attività che andrà a svolgere necessiterà di procedure e sistemi di controllo stringenti, perché sarà la macrostazione appaltante di tutta la sanità regionale», avverte Todesco. «La seconda: in questo contesto Verona, da cui non si prevedono significativi spostamenti di personale dedicato, perderà peso e faticherà sempre di più a far sentire le proprie istanze nelle sedi decisionali», conclude. (Valeria Zanetti)
L’ARENA DI VERONA – Sabato, 29 luglio 2017