La Regione Veneto autorizza un nuovo impianto di cogenerazione di energia interno alla Miteni, l’industria di Trissino sotto la lente per la vicenda dell’inquinamento in falda da Pfas. Il via libera all’impianto, da 2 megawatt di potenza e alimentato a metano, manda su tutte le furie i consiglieri regionali di centrosinistra Cristina Guarda e Andrea Zanoni – «scelta schizofrenica, intralcerà l’intervento di chiusura della Miteni» – oltre che la deputata del Movimento 5 Stelle Silvia Benedetti e i comitati di cittadini dell’Ovest Vicentino. Mentre in Miteni la vedono in modo opposto: «Insensato chiedere la chiusura di un’azienda che sta facendo le bonifiche».
L’industria aveva chiesto l’autorizzazione per l’impianto nel 2015. Nel bollettino ufficiale regionale l’assessore veneto all’Ambiente Gianpaolo Bottacin precisa che per il caso specifico, prima di dare l’approvazione, l’ente ha fatto «un’ulteriore valutazione approfondita», e riporta che il supplemento d’indagine ha escluso «ogni interferenza» del nuovo impianto con «le attività per le quali la società Miteni è sottoposta ad indagini, in relazione con l’inquinamento della rete idropotabile» e della falda dai composti perfluoroalchilici. «Non trovo parole per esprimere lo sdegno – attacca Benedetti – questo governo locale continua a dare forza e legittimità alla Miteni». Critici anche Zanoni (Pd) e Guarda (Lista Moretti): «Da una parte si è approvato il Piano tutela acque che prevede la chiusura di siti come Miteni, dall’altro viene partorito un provvedimento che consolida l’operatività del sito. E’ una scelta dolosa».
Ancora più duro il commento dell’associazione dei genitori dell’Ovest vicentino, che si rivolgono al governatore Luca Zaia: «Ora le mamme sono davvero arrabbiate – dichiara Michela Piccoli, del comitato – non verremo in Regione prima di un suo chiarimento, non vogliamo essere strumento di manipolazione». I genitori invitano Zaia a venire a Brendola stasera, alle 20.45 al palazzetto dello Sport dove è in programma un convegno sui Pfas. «Sarà l’occasione per chiarire la sua posizione – incalza Piccoli – e per capire se davvero è il presidente di un popolo che ha cura della propria acqua e dei propri figli: basta ipocrisia».
Da Miteni difendono il proprio operato. «L’impianto consente di produrre l’energia per i sistemi di pompaggio per la pulizia della falda. Il tribunale superiore delle Acque pubbliche ha sentenziato che il problema va affrontato cercando gli utilizzatori dei prodotti, che sono centinaia – fa sapere l’azienda – . La realtà è un po’ più complicata che prendersela con Miteni, ma la politica deve avere il coraggio di dire la verità».
Andrea Alba – IL Corriere del Veneto – 14 luglio 2017