Dal 2005 l’Italia è il paese europeo col maggior numero di casi di virus del Nilo Occidentale variante 2 segnalati all’anno. L’infezione si espande infatti seguendo il corso del Po e dei suoi affluenti. Queste, in sintesi, le conclusioni di una ricerca dell’Università Statale di Milano che ricostruisce l’origine e le modalità di diffusione dell’epidemia del West Nile Virus-2 in Europa.
I risultati, pubblicati sulla rivista Plos One, spiegano come uomini, cavalli e altri mammiferi possono essere accidentalmente infettati da zanzare che in precendenza si sono nutrite col sangue di uccelli infetti. Questi ultimi sono infatti il vero serbatoio del virus. L’infezione umana nell’80% dei casi è asintomatica, tuttavia può causare febbre e (in circa un caso su 150) una meningo-encefalite frequentemente mortale, soprattutto nei pazienti anziani. Grazie alla caratterizzazione della sequenza di virus isolati in Italia e a competenze peculiari dell’Universita’ Statale di Milano nella ricostruzione su base filogenetica dell’origine e diffusione di patogeni emergenti, è stato possibile fornire informazioni utili a contrastare l’ulteriore diffusione dell’infezione.
Meteoweb – 9 luglio 2017