Oltre 500 sterilizzazioni di cani e gatti randagi nel Sud Italia. È l’azione che la Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente metterà in pratica in collaborazione con i veterinari. L’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della onlus animalista, ieri a Segrate (Milano) ha sottoscritto un accordo con la Federazione nazionale degli ordini veterinari (Fnovi) e l’Associazione nazionale medici veterinari (Anmvi). Obiettivo: creare una vera e propria task force per limitare il numero di quattrozampe vaganti in Sicilia, Calabria, Sardegna, Puglia, Molise e Campania. «È una piaga inaccettabile, che persiste a più di 20 anni dalla legge 281» commenta Brambilla.
La norma approvata nel 1991, tra le altre cose, impegna le Asl (oggi Ats) a raccogliere gli animali senza padrone e a mantenerli nei canili. «Ma non tutte le Regioni affrontano il problema» continua l’onorevole. Da qui la decisione di mettere in campo progetti concreti per «colmare un vuoto lasciato dalle istituzioni». La Federazione e l’associazione dei veterinari compileranno e consegneranno alla onlus un elenco di professionisti disponibili ad aderire al piano. La prima tranche di sterilizzazioni partirà nei mesi estivi. Una seconda fase invece sarà realizzata in autunno. A sostenere economicamente l’iniziativa i fondi raccolti con la campagna di sms solidale «Salvami subito».
La presidente della Lega spiega che «il progetto sarà coordinato dalla sede centrale e affidato alla rete dei nostri attivisti locali». In sintonia con i veterinari, i volontari individueranno le zone dove il problema è più acuto.
Carla Bernasconi, vicepresidente Fnovi, sottolinea che i professionisti aderenti «rispetteranno tutti i protocolli necessari», mentre Marco Melosi, alla guida dell’Anmvi, snocciola qualche numero: «In Italia si contano 130 mila cani nei canili la cui gestione costa 118 milioni all’anno alle casse pubbliche, ma sono stime al ribasso». La campagna «Stop al randagismo», secondo il veterinario, «sposa le indicazioni che ripetiamo dal 2004. Insieme alla responsabilizzazione dei padroni e alla diffusione dei microchip per il riconoscimento degli animali, la sterilizzazione è l’unica soluzione per contenere il fenomeno».
Sara Bettoni – Il Corriere della Sera – 28 giugno 2017