Fulvio Fenzo Un contratto unico per i 6.200 dipendenti delle tré ex Uiss di Venezia, Dolo-Mirano e Chioggia, ora riunite nella “Serenissima”. E la firma dell’intesa sul decentrato è accolta con favore dalla Cgil che, però, ora incalza la Regione sul fronte dello sblocco delle assunzioni. «È un risultato importantissimo e rappresenta il primo accordo di questo tìpo in Veneto, unificando i trattamenti del personale nella nuova Ulss dichiarano Marco Busato e Cristina Bastianello della Cgil Funzione pubblica -. Come Cgil abbiamo scommesso su questo percorso perché siamo convinti che l’Ulss 3 Serenissima non si debba costruire solo sulla “carta intestata” ma possa ottenere importanti risultati se i lavoratori si sentono realmente coinvolti». Un accorto sul contratto che, per il sindacato, non era affatto scontato e che riguarda la quota di produttività, il fondo cosiddetto di disagio e le progressioni orizzontali, per circa 6.200 dipendenti delle tré ex Uiss. «Ora lo presenteremo ai lavoratori durante un percorso di assemblee – riprendono alla Cgil -. È importante ricordare che questo contratto, che ha una valenza per tutto il territorio, vale 13 milioni di euro circa distribuiti secondo un sistema che valuterà anche gli obiettivi che verranno raggiunti». Nell’accordo vengono armonizzate anche le indennità con cui si pagheranno i turni di lavoro e le pronte reperibilità per le chiamate di emergenza. Infine anche per le progressioni di carriera vi saranno per tutti i lavoratori pari opportunità, «recuperando – sottolineano Busato e Bastianello – chi in questi anni era stato fermo». «Come Cgil non possiamo che ritenere fondamentale questo primo step che ci fa avvicinare l’obiettivo di concludere l’unificazione delle tré Uiss entro il 30 settembre prossimo per dare spazio ad una contrat tazione che riorganizzi la rete dei servizi – conclude il sindacato -. Ma servono anche scelte chiare sulle assunzioni del personale che è sempre più anziano. In questo territorio ci sono annualmente circa 70mila ricoveri con l’impegno di 1.837 posti letto che ha importanti spazi di miglioramento su fronti delicati come i tempi d’attesa ai pronti soccorso o la costruzione delle rete di assistenza territoriale. Per poter innovare e migliorare le proprie prestazioni è necessario che la Regione Veneto cambi rotta e dia maggiori margini di assunzione».
Il Gazzettino – 26 giugno 2017