Risorse umane, investimenti, governance delle politiche e della spesa per il farmaco, medicina generale e cure primarie, riforma delle Agenzie Aifa e Agenas e dell’Iss. Sono gli argmenti caldi della sanità pubblica italiana, identificati dalla Commissione salute delle Regioni che saranno al centro del confronto odierno tra i presidenti delle Regioni e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
“Il confronto – si legge nel documento elaborato dagli assessori alla sanità in vista dell’incontro di stamattina – nasce dalla consapevolezza che sia necessario consolidare il principio di leale collaborazione tra i livelli istituzionali e favorire il pieno esercizio delle responsabilità regionali nel perseguire e raggiungere l’obiettivo di offrire ai cittadini del nostro paese livelli di servizio coerenti con i provvedimenti nazionali (ne sia un esempio il Dpcm nuovi Lea e le recenti politiche vaccinali), ma anche della non rinunciabile e necessaria autonomia delle Regioni nella programmazione e organizzazione dei Servizi Sanitari Regionali, confermata dall’esito del referendum istituzionale del 4 dicembre 2016”.
Queste in estrema sintesi le richieste.
Risorse finanziarie
E’ necessario secondo le Regioni , che sia ristabilita l’applicazione del binomio autonomia-responsabilità, riprendendo gli indirizzi del Patto con l’impegno a garantire:
• l’autonomia, programmatoria ed organizzativa delle Regioni nella realizzazione dell’obiettivo dell’erogazione dei LEA, in condizione di efficienza, qualità e appropriatezza;
• l’autonomia regionale nell’utilizzo delle risorse, eliminando sia i vincoli di destinazione – salvo casi straordinari da concordare preventivamente –, sia lo strumento, obsoleto e burocratico, degli obiettivi di piano, riportando tali risorse nel ‘contenitore’ del fabbisogno indistinto; rinforzare gli strumenti e gli indicatori di verifica dei livelli assistenziali erogati dalle Regioni e la valutazione sui risultati raggiunti, attraverso la definizione – previa intesa con le Regioni – del Nuovo Sistema di Garanzia previsto dagli artt. 1 e 10 del Patto per la Salute, favorendo il confronto tra le buone pratiche regionali, la loro diffusione e la trasparenza dei procedimenti.
Le Regioni chiedono inoltre, di concludere le procedure per la definizione del riparto delle risorse del Fabbisogno standard per l’anno 2017.
Risorse umane e professionali del Ssn
Scrivono le Regioni che i cambiamenti indotti dal mutato contesto epidemiologico e dalla riorganizzazione dei servizi – che devono tenere conto delle grandi innovazioni tecnologiche e di processo in atto – richiedono un profondo ripensamento dei modelli e dei percorsi formativi a tutti i livelli (pre e post laurea, laurea).
Aggiungasi il ricambio generazionale in arrivo (in particolare il prossimo pensionamento di quote rilevanti dei medici specialisti e della medicina generale) che può rappresentare, se gestito correttamente e con grande tempestività, una opportunità di supporto al cambiamento ma anche, se si proseguirà con le attuali regole e metodologie, un grande rischio per il SSN che non avrà le risorse professionali adeguate e necessarie a rispondere ai bisogni della popolazione.
Ciò rende indispensabile che le Regioni rilancino con forza il confronto con il Governo centrale – in particolare con MIUR e Ministero della Salute – e con le rappresentanze del mondo professionale per definire nuovi criteri di programmazione, gestione e valutazione delle attività formative coerenti alle nuove sfide del SSN e ai nuovi modelli e fabbisogni organizzativi.
E in questo senso indicano i primi cinque punti da affrontare (ma non sono i soli, sottolineano):
• la rivalutazione della potenzialità formativa, in termini numerici, dei corsi di laurea, delle scuole di specializzazione, della formazione post laurea;
• l’introduzione di corsi di specializzazione universitaria anche per la medicina generale al posto degli attuali corsi di formazione organizzati a livello regionale, nonché per la pediatria l’acquisizione di maggiori specifiche competenze riguardanti l’assistenza territoriale all’interno dell’attuale formazione specialistica);
• la revisione dei contenuti formativi dei corsi universitari, pre e post laurea che siano coerenti alle nuove esigenze del Ssn;
• la revisione degli attuali profili professionali, con l’inserimento delle nuove esigenze anche con riferimento alla ricerca;
• la formazione continua, l’aggiornamento e la valutazione continua delle competenze.
E riproponendo il confronto sull’articolo 22 del Patto per la salute, ritengono di prioritaria importanza l’impegno del governo per prevedere l’ accesso dei medici al Ssn dopo la laurea a ciclo unico e l’abilitazione, quindi anche senza specializzazione. Le relative assunzioni dovrebbero avvenire a invarianza del costo complessivo della dotazione organica aziendale; l’accesso di tali professionisti, per esigenze del Ssr, in soprannumero, a una scuola di specializzazione; la possibilità per i predetti professionisti di accedere, una volta acquisita la specializzazione, ai concorsi per il personale dirigenziale di cui all’articolo 15 del decreto legislativo n. 502 del 1992.
Su questi temi “che si ritengono fondamentali per il Servizio Sanitario Nazionale le Regioni chiedono l’istituzione di un organismo paritetico di indirizzo e coordinamento che coinvolga i diversi attori istituzionali interessati (Regioni, Mds, Miur)”.
E poi c’è il capitolo investimenti dove per le Regioni è indispensabile agire su due fronti:
– definire un programma nazionale di medio periodo per la riqualificazione del patrimonio edilizio del Ssn. Il programma deve partire dal fabbisogno complessivo a livello nazionale (stime grossolane parlano di 30 miliardi per la sola messa in sicurezza) e proporre le possibili modalità ed alternative per il finanziamento dello stesso.;
– definire un programma di valorizzazione e dismissione del patrimonio edilizio del Ssn obsoleto e non più utilizzabile. Il Programma deve affrontare con forza la valorizzazione/messa a reddito di tutti i beni non strumentali e dei beni non più strumentali a seguito dei processi di riordino e riconversione delle reti assistenziali.
Governance delle politiche di spesa per il farmaco
Le Regioni ribadiscono e integrano i contenuti del documento condiviso dalle Regioni sulla Governance a maggio 2016. In particolare:
1) Introduzione della procedura di prezzo/volume (P/V)
2) Ridefinizione dei tetti di spesa
3) Registri AIFA
4) Definire i criteri di attribuzione della Innovatività
5) Ridefinizione delle cosiddette “liste di trasparenza”
6) Sostituibilità automatica dei farmaci biosimilari con gli originator
7) Concorrenza nel mercato farmaceutico
8) Revisione della delibera CIPE 3/2001
9) Particolare attenzione va riservata ai farmaci CNN e ai farmaci inseriti negli elenchi della legge 648/1996
10) Revisione dell’attuale sistema di attribuzione del Budget 11) Revisione dell’attuale sistema di calcolo del payback.
Gli “aggiornamenti” riguardano:
• per quanto riguarda la ridefinizione dei tetti spesa e le modalità di acquisto/prescrizione dei biosmilari, la legge di stabilità 2017 (L 232/2016) è intervenuta all’art. 1, commi 398-399 (tetti) e comma 407 (bisosimilari), introducendo significative modificazioni. A tal riguardo si ribadisce il testo delle osservazioni a suo tempo condivise dal tavolo tecnico della farmaceutica e trasmesse alla Commissione salute in occasione della discussione della legge di stabilità 2017.
• per quanto riguarda i farmaci innovativi, rispetto a quanto riportato nel documento sulla Governance, l’AIFA in data 31.03.2017 ha provveduto a pubblicare il provvedimento di aggiornamento dei criteri per la classificazione dei farmaci innovativi e oncologici innovativi. Manca tuttavia la pubblicazione aggiornata dell’elenco dei farmaci innovativi, condizione determinante per poter procedere con la ripartizione dei fondi a favore delle Regioni per il finanziamento a copertura di oneri sostenuti oltre che per assicurare una adeguata programmazione a livello regionale.
Infine, a fronte del crescente numero di nuovi farmaci in arrivo e della continua evoluzione delle tecnologie, le Regioni ritengono essenziale che il SSN si doti di un soggetto/organismo per la valutazione ex ante dell’impatto sui processi clinici ed organizzativi dell’introduzione delle nuove tecnologie (tra cui i farmaci) e del loro successivo monitoraggio ex post.
Rilancio della medicina generake e delle cure primarie
I recenti atti programmatori nazionali (DPCM nuovi LEA, Piano Nazionale Cronicità, PNPV 2017- 2019 e le recenti politiche vaccinali, provvedimenti in materia di appropriatezza….) richiedono che la medicina convenzionata si misuri e sia misurata su obiettivi di salute:
• La promozione e la prevenzione della salute, anche in relazione alle campagne vaccinali previste dal PNPV 2017 – 2019
• La gestione proattiva delle patologie croniche con riferimento al Piano Nazionale della Cronicità
• L’impegno dei medici convenzionati nella garanzia dell’accesso alle prestazioni definite nei LEA, nella promozione dell’appropriatezza clinica ed organizzativa delle stesse, nella partecipazione ai percorsi regionali per la riduzione dei tempi di attesa e degli accessi impropri ai PS.
In questo scenario, è maturo il tempo per promuovere una ristrutturazione del compenso e prevedere che una parte significativa dello stesso (esperienze internazionali suggeriscono almeno il 30%) sia attribuita attraverso meccanismi premiali, legati al monitoraggio e valutazione del livello di servizio e della qualità dell’assistenza erogata.
“Se condivisi – scrivono le Regioni – questi orientamenti impongono di riconsiderare l’attuale atto di indirizzo della medicina convenzionata e gli strumenti attuativi”.
Riforma delle Agenzie nazionali
Alla luce del quadro istituzionale confermato dal referendum del 4 dicembre 2016, resta forte l’esigenza che Stato e Regioni ridefiniscano in modo chiaro e puntuale la missione, le competenze ed il ruolo di ognuno dei 3 enti – con conseguente modifica degli atti statutari – per il migliore sviluppo del Ssn, favorendo le sinergie e le collaborazioni interistituzionali ed evitando sovrapposizioni e ridondanze. In tale contesto, va considerata anche la necessità di valutazione complessiva degli impatti delle nuove tecnologie, già rappresentata al punto sulla governance del farmaco.
Le Regioni chiedono con forza al Governo di aprire il confronto per la riforma degli enti, elemento di grande importanza per un efficace ed efficiente funzionamento del Ssn.
22 giugno 2017 – Quotidiano sanità