I commercialisti dal 2007 al 2015 hanno perso il 13,9% del loro reddito. È l’effetto della crisi che ha pesato sulla categoria, che in questi ultimi anni ha anche visto aumentare costi operativi e adempimenti fiscali. Va anche detto, però, che tra il 2015 e il 2016 il reddito medio dichiarato è cresciuto del 2,2% ed è pari, in valori assoluti, a 58.602 euro (dichiarazioni 2016 relative a redditi 2015). Un dato in apparenza positivo, ma se indagato più da vicino rivela che quasi la metà dei commercialisti sul territorio guadagna meno di 33mila euro l’anno.
È quanto emerge dal Rapporto sulla professione, redatto dalla Fondazione nazionale commercialisti che sarà presentato oggi a Roma durante il Congresso nazionale della categoria.
L’indagine rivela anche una discrepanza abissale tra Nord e Sud (isole comprese). La media del Nord è 79.811 euro mentre al Sud è meno della metà e cioè 30.067 euro. Le cose peggiorano se si confronta il Nord-Ovest, dove il reddito medio è di 84.419 euro con le sole Regioni meridionali dove il reddito medio dichiarato ai fini Irpef è di 29.260 euro. Se si scende più nel dettaglio le Regioni ricche, che vantano redditi medi sopra i 70mila euro sono: Trentino Alto Adige con 104.721 euro, seguono Lombardia(93.288 euro), Valle d’Aosta (73.765 euro), Veneto (71.536 euro) ed Emilia Romagna (70.219). Le Regioni che, di contro, dichiarano redditi sotto i 30mila euro sono tre: Puglia (29.911 euro), Campania (29.351 euro) e, fanalino di coda, Calabria (23.919 euro).
Tutta l’Italia registra un tendenziale aumento del reddito medio dichiarato nel 2016 (+ 2,2% a livello nazionale); molto performante il risultato della Basilicata – dove il reddito è pari a 32.443 euro – che registra un + 8,5%, seguono a distanza la Calabria con + 3,6%, il Piemonte (+ 3,5%) e il Lazio (+ 3,1%). Solo in due Regioni si rileva una contrazione reddituale: meno 2% in Sardegna (dove il reddito è di 38.226 euro) e meno 0,7%in Umbria (che si attesta a un reddito medio pari a 46.664 euro).
Passando ai dati sulla categoria, e dal confronto con lo scorso anno, crescono poco gli iscritti all’Albo (+ 0,5%), un dato in contrazione rispetto agli ultimi anni dove la crescita era intorno all’1 per cento. I termini assoluti i nuovi iscritti sono stati 564, di cui la stragrande maggioranza – e cioè 447 – al Nord, si tratta di un fenomeno nuovo dato che nel passato era il Sud a fornire la maggioranza dei nuovi ingressi.
La professione di dottore commercialista si va inoltre lentamente femminilizzando, le donne che lo scorso anno rappresentavano il 32% del totale degli iscritti oggi sono il 32,3 per cento.
Un dato preoccupante è la contrazione degli under 40 che passano dal 17,6% al 17,4%; crescono invece gli over 60, prima 16,5% ora 16,9%. Positivo l’aumento dei praticanti (+ 3,1%) in tutto 13.519 al 1° gennaio 2017; la crescita più significativa però viene registrata dagli esperti contabili – sezione B dell’Albo – passati in un anno da 742 a 1.010 con una crescita di + 36,1%. Quasi raddoppiate le Stp passate da 282 a 438.
Federica Micardi – Il Sole 24 Ore – 8 giugno 2017