Decine di migliaia di britannici sono stati infettati da un virus potenzialmente mortale, che si trova nel bacon, nelle salsicce, nei salami e pasticci di carne di maiale, fatti con carne importata per la maggior parte dall’Europa e che per questo è stato soprannominato “Brexit virus”. Come ha scritto il Sunday Times in un articolo ampiamente ripreso dagli altri media britannici, si tratta di un nuovo ceppo di epatite E (HEV), proveniente da allevamenti di Francia, Olanda, Germania e Danimarca, che sta colpendo più di 60.000 britannici all’anno, con la maggior parte dei casi che non richiedono alcun trattamento, dato che l’infezione guarisce in modo naturale.
I casi di infezione grave, però, sono in significativo aumento, come risulta da un rapporto dell’agenzia governativa Public Health England, da cui risulta che i casi di infezione acuta da epatite E sono più che triplicati negli ultimi sette anni, passando dai 368 del 2010 ai 1.244 del 2016. Le persone maggiormente a rischio sono coloro che hanno subito un trapianto di organi e le donne incinte.
Il rapporto del governo ricorda che un recente studio ha rilevato che il 92,8% dei maiali britannici è risultato positivo all’esame degli anticorpi dell’epatite E e che il 6% ha una quantità di virus in grado di infettare gli esseri umani. Secondo il Public Health England, due terzi delle infezioni umane in Inghilterra non derivano da maiali britannici. Per ridurre i rischi di infezione dal virus dell’epatite E, il consiglio è di cuocere molto bene la carne di maiale e non mangiarla se è rosa, di cuocere le salsicce per almeno venti minuti e il bacon fino a è croccante.
Il Fatto alimentare – 7 giugno 2017