Entro la fine di giugno, il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi conta di posare la prima pietra della nuova Cittadella della Salute al Ca’ Foncello, il più grande piano urbanistico della provincia di Treviso degli ultimi decenni.
Il costo è stato aggiornato di 29 milioni di euro per alcuni adeguamenti necessari e per modifiche richieste dal personale sanitario: «Ma pagherà il soggetto privato (la Cittadella è un project financing, ndr) , il quadro economico della parte pubblica rimane inalterato», precisa il dg. Dopo la posa della prima pietra, il cantiere in 4 anni completerà il corpo centrale con l’attività ospedaliera, le sale operatorie e le degenze. Serviranno poi altri 3 anni per le opere accessorie, come gli spazi amministrativi e le centrali energetiche: scadenza 2025 per il maxi piano che rivoluzionerà la zona sud di Treviso.
L’ultimo scoglio è la Via, valutazione di impatto ambientale, che ha già avuto parere favorevole dalla commissione regionale; lunedì prossimo saranno messe in chiaro le prescrizioni richieste all’azienda sanitaria per poter avviare i lavori. «Per esempio, ci faranno ridurre la cassa di espansione prevista per il contenimento dell’acqua pluviale, mentre dovremo ampliare il parco fotovoltaico, ma siamo già pronti», spiega Benazzi. Al massimo entro luglio, quindi, partirà il primo stralcio della Cittadella: il nuovo Suem, con elisoccorso e centrale operativa.
«Da delibera regionale, il costo dell’opera è di 250.989.389 euro, di cui 194 milioni per i lavori. L’aumento dei costi è legato al fatto che, rispetto al progetto originario, abbiamo introdotto delle modifiche a carico del concessionario privato, l’Ati Ospedal Grando – spiega Benazzi -. Il contenitore risaliva al 2009 e, dopo un centinaio di riunioni tecniche, con il personale abbiamo modificato l’assetto interno per renderlo più funzionale nelle sale operatorie, nei percorsi, nell’aerazione e nei poliambulatori. L’abbiamo reso più confortevole».
L’aggiornamento ha riguardato anche l’area del parcheggio, aumentato di 300 stalli non più interrati ma a raso, per arrivare a mille. «Abbiamo spostato nefrologia e la dialisi, introdotto un nuovo sistema elettrico di 4 unità rotanti in caso di interruzioni, gruppi frigoriferi, percorsi logistici, adeguamenti antisisimici e impianti fotovoltaici, per 29 milioni di euro in più, tutti a carico del privato, come da normativa. Nessuna ulteriore spesa di denaro pubblico. Si tratta di una quota minima in corso di ulteriore abbattimento, già compensata dalla riduzione delle opere sull’area ex Vetrelco; lì, prima di iniziare i lavori, dovremo procedere con la bonifica. Il Ca’ Foncello deve crescere, è un ospedale hub riferimento per le province di Treviso e Belluno e in parte anche per quella di Venezia».
Il nodo da affrontare con il Comune di Treviso rimane quello della viabilità. «Abbiamo messo sul piatto 300 mila euro per la pista ciclabile e i servizi accessori, se sarà necessario fare ulteriori interventi li discuteremo strada facendo» chiarisce Benazzi. E questo vale anche per l’ex Enel, area affacciata sull’altra sponda del Sile, che potrebbe diventare un parcheggio a servizio dell’ospedale quando il Prato della Fiera tornerà prato vero e proprio.
Il Corriere del Veneto – 7 giugno 2017