Dal sito del Fatto alimentare. Anche in Italia su registrano i primi casi di intossicazione alimentare causati dall’eccesso di istamina in tranci di tonno a pinne gialle decongelato importato dalla Spagna. Il 1 giugno 2017 il Ministero della salute ha diffuso un comunicato per annunciare diversi casi di intossicazione rilevati in diverse regioni: Puglia, Basilicata, Lazio e Veneto. Alcuni gironali loclai segnalano La causa delle intossicazioni è il tonno spagnolo commercializzato in confezioni da 2 kg e venduto dalla Ittica Zu Pietro Srl. I lotti coinvolti per il momento sono due: 753180517 e 753200517 e riportano sulle confezioni come data di scadenza 02/06/2017 e 07/06/2017.
Il primo allerta risale al 12 maggio 2017, quando il Ministero della salute spagnolo AECOSAN (Agencia Española de Consumo Seguridad Alimentaria y Nutrición) dirama un comunicato, ripreso sul sito del Ministero italiano, che focalizza l’attenzione sul rischio da intossicazione alimentare legato al consumo di tonno fresco con alti livelli di istamina. Questo focolaio di sindrome sgombroide in Spagna avrebbe già coinvolto 105 persone. Il problema coinvolge anche altri paesi europei come Francia, Germania, Italia e Portogallo destinatari di lotti contaminati, commercializzati dalla ditta Garciden della provincia di Almeria (Spagna). Da allora i richiami di prodotto sul mercato segnalati al sistema di allerta rapida europeo (Rasff ) sono stati numerosi, ed ora si registrano anche in Italia i primi casi di sindrome sgombroide in diverse regioni. Il problema non riguarda il tonno in scatola come riferiscono alcuni giornali, ma solo quello commercializzato fresco o decongelato.
Lo sviluppo di istamina può essere causato dalla scarsa igiene nella manipolazione degli alimenti e, soprattutto, da una cattiva conservazione del pesce, tenuto a temperatura elevata per periodi di tempo prolungati. L’altro problema è che l’istamina resiste al calore e quindi la cottura dei cibi non annulla la pericolosità. La sindrome sgombroide è una patologia simil-allergica che si manifesta comunemente con arrossamento della pelle, prurito, cefalea pulsante, bruciore orale, crampi addominali, nausea, diarrea, palpitazioni, senso di malessere e raramente ipertermia a breve distanza dal consumo del pesce. In molti casi la sintomatologia tende a risolversi in maniera spontanea. Sintomi più severi possono presentarsi in soggetti asmatici o allergici in generale. L’amministrazione sanitaria spagnola avverte che se dopo pochi minuti fino a tre ore dopo aver mangiato tonno, si registra uno dei sintomi sopra descritti, conviene consultare subito un medico.
Da “Il Fatto alimentare” – 3 giugno 2017