Maurizio Tropeano. «Il 2018 sarà l’anno del cibo italiano. Sarà una grande occasione per mettere a sistema un settore in espansione». L’annuncio del ministro della Cultura, Dario Franceschini arriva quasi in contemporanea con la pubblicazione di uno studio di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che certifica la crescita dell’agriturismo: oltre 11,3 milioni di presenze per un giro d’affari vicino a 1,2 miliardi. Soprattutto la ricerca mette in evidenza come quasi 6 presenza su dieci siano straniere. arriva quasi in contemporanea.
I numeri
La ricerca ha preso in considerazione i numeri del 2015 che mettono in mostra l’aumento del comparto in presenze (+4,9 sul 2014) e anche numero di imprese: in tutto sono 22.238, quasi 7 mila in più rispetto a dieci anni fa. La parte del leone, precisa l’analisi, la fa il Nord, con 10.446 aziende, seguito dal Centro con 7.642, mentre il Sud – nonostante la sua vocazione turistica – si ferma a 4.150 aziende.
Secondo i ricercatori di Ismea «questi numeri danno l’idea di un comparto importante per l’agricoltura italiana» che attraverso «investimenti mirati in marketing e comunicazione, oltre che realizzando sinergie con il territorio e rafforzando i contenuti esperienziali, la permanenza media negli agriturismo potrebbe crescere». Gli italiani, infatti, soggiornano in media 2,9 giorni mentre gli stranieri 5,2 giorni. «Allungare anche di un solo giorno – spiegano i ricercatori di Ismea – la durata media dei soggiorni significherebbe, a parità di arrivi, un incremento delle presenze del 25%».
I punteggi
Da questo punto di vista la decisione dei ministero della Cultura di dichiarare il 2018 anno del cibo può essere un importante punto di partenza. «Per promuovere il paesaggio rurale e favorire l’economia agricola vogliamo sfruttare al meglio le grandi potenzialità che il connubio agricoltura e turismo può ancora avere», spiega il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.
Il ministero, così, per offrire più trasparenza e informazioni ai cittadini ha creato il marchio «Agriturismo Italia» con un nuovo sistema di classificazione, che utilizza come segno grafico il sole (da 1 a 5), per valutare la qualità e i servizi dell’attività. Per la prima volta i punteggi vengono assegnati in maniera omogenea per tutte le regioni. Si tratta di uno strumento in più che nelle intenzioni del ministero dovrebbe permettere di «continuare a supportare la crescita del sistema dell’agriturismo italiano, perché è uno dei tratti peculiari del modello agricolo nazionale e del nostro modo di interpretare la multifunzionalità». Del resto solo le imprese che fanno agricoltura possono rientrare nella categoria degli agriturismi.
La Stampa – 4 giugno 2017