Il ministro: cambiare una misura dopo pochi mesi non è una buona idea. Euro dollaro ai massimi da 6 mesi a 1,125
BRUXELLES Il governo italiano passa l’esame della Commissione europea sulla manovrina dello 0,2% di Pil per il 2017, ma gli viene richiesto uno «sforzo di bilancio sostanzioso» a ottobre per le scadenze del 2018. Il vicepresidente lettone della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario Ue francese Pierre Moscovici, presentando il «Pacchetto di primavera» con valutazioni sui conti pubblici e sugli squilibri macroeconomici, non hanno proposto l’importo della prossima manovra per restare fuori nelle sempre delicate trattative politiche al livello decisionale dell’Eurogruppo dei 19 ministri finanziari, che ieri a Bruxelles si sono estese nella notte sul salvataggio della Grecia.
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, entrando nella riunione a Bruxelles, ha evidenziato il «si» alla manovrina e all’obiettivo di conciliare «crescita e bilancio». Ha però respinto la proposta della Commissione di reintrodurre la tassa sulla prima casa (Imu) per chi ha alto reddito. A Moscovici, che ha ricordato di aver chiesto questo ritorno all’Imu «dal 2016», ha replicato che «cambiare idea su un’altra tassa, cambiata da pochi mesi, non è una buona idea».
Padoan intende anche trattare uno sconto nella correzione per il 2018 con i colleghi «rigoristi», rafforzati dall’asse tra il tedesco Wolfgang Schaeuble e il francese Bruno Le Maire (rispetto a quando in Francia c’era il socialista Michel Sapin alle Finanze).
La Commissione ha tratteggiato una realtà dell’Italia ancora pesantemente gravata dal maxi debito «che non scende», crescita più bassa dell’Ue, alta disoccupazione, estensione della povertà, sistema bancario in difficoltà e molto altro.
Bruxelles ha così riproposto quattro delle sue solite raccomandazioni per favorire il rispetto dei vincoli Ue di bilancio. La prima ricorda di spostare tasse dalla produzione/lavoro ai consumi perché «meno dannose per la crescita». A questo scopo suggerisce di riformare il catasto, reintrodurre l’Imu sulla prima casa per i più ricchi, estendere l’obbligatorietà dei pagamenti e delle fatturazioni elettroniche. La seconda include interventi sulla eccessiva durata dei processi civili, sulla corruzione, «che resta un problema principale», sulle inefficienze del settore pubblico e sugli ostacoli alla concorrenza.
Viene sollecitata la riduzione dei crediti deteriorati e la ripulitura dei bilanci nel sistema bancario, insieme alla ristrutturazione degli istituti già sotto osservazione.
La quarta riforma riguarda la contrattazione sindacale con estensione di quella di secondo livello.
Dombrovskis ha spiegato che queste raccomandazioni vengono ripetute da anni ai governi di Roma perché «se le sfide persistono e non vengono affrontate, c’è la possibilità di reiterare le raccomandazioni».
Ivo Caizzi – Il Corriere della Sera – 23 maggio 2017