Giulio Gavino. Dove’è finito il grampo del Santuario Pelagos? Mistero. I biologi marini sanno solo che dal 2013 questo lontano parente del delfino è scomparso. La popolazione che abitava l’area protetta tra Liguria, Corsica, Costa Azzurra e Toscana è come se si fosse estinta. Nessun avvistamento, non solo da parte degli scienziati, ma neppure da pescatori, diportisti, barche da whale-watching e a vela. Eppure, anche se sembra un paradosso, l’area del Santuario è una delle più trafficate del Mare Nostrum. Ma non si sono avuti neppure spiaggiamenti. È come se il grampo, o delfino di Risso, avesse deciso ad un tratto di lasciare il Mar Ligure e andarsene da un’altra parte. Ma dove? Nessuno lo sa perché di nuovi avvistamenti non ne sono stati fatti.
I numeri
La popolazione, stimata nel 2010 intorno ai 150 individui, è calata in due anni a 70 e poi è svanita. E non è che i grampi possano passare inosservati. Così diversi dai delfini: senza rostro, la fronte bombata, con un caratteristico solco a forma di V nel mezzo con l’apice rivolto verso il basso e le pinne pettorali lunghe e appuntite. La lunghezza è compresa tra i 2,5 e i 4 metri e può arrivare a misurare quattro metri di lunghezza.
La segnalazione sulla scomparsa arriva da «Tethys», l’istituto di ricerca internazionale (anche se italianissimo) che da trent’anni si occupa del Santuario del Mediterraneo dalla base nautica di Sanremo, a Portosole: «E’ arrivato il momento di lanciare una campagna di avvistamento che coinvolga tutto il Paese – spiega Sabina Airoldi, capo missione di Tethys – i motivi della scomparsa del grampo non sono chiari ma è indubbio come la sua presenza rappresentasse un elemento integrante della biodiversità che caratterizza il Santuario, che lo rende un’area unica». Ma perché i grampi potrebbero aver abbandonato la Liguria se non addirittura l’Italia? I fattori possono essere diversi: l’inquinamento acustico, una diminuzione delle loro prede preferite, i calamari, a causa della pesca intensiva, un cambiamento della temperatura dell’acqua alle profondità di vita/caccia di questo cetaceo.
I volontari
«Tethys», che sta avviando le settimane di navigazione estiva che vedono i ricercatori affiancati da turisti-volontari disposti a passare le loro vacanze (e a pagamento) a «caccia» di balene e delfini , ha annunciato che il grampo sarà un «sorvegliato speciale» insieme a balenottere comuni, capodogli, globicefali ma anche tartarughe «caretta caretta» e tursiopi. Se quell’inquilino avesse abbandonato il Santuario sarebbe una perdita per tutti.
La Stampa – 18 maggio 2017