Chi frequenta parco Querini avrà sicuramente notato che, da circa un mese, i conigli sono pressoché spariti. Ma la stessa cosa non può essere detta dai cittadini che, per un motivo o per l’altro, si trovano a dover camminare nella zona limitrofa all’ospedale. Lì gli animaletti, tra le aiuole del San Bortolo e soprattutto nel lungo argine dell’Astichello (si parla di alcune centinaia di esemplari), sono ancora numerosi.
IL PIANO. «La colonia dell’ospedale è la stessa del Querini, quindi l’intervento sarà il medesimo – spiega il dottor Enrico La Greca, direttore del Servizio sanità animale dell’Ulss 8 Berica -. Anche per loro, come da ordinanza, è previsto l’abbattimento. C’è già un piano concordato con il Comune, stiamo solo cercando di capire come attuarlo perché il contesto è diverso da quello dell’area verde: non c’è la possibilità di lavorare a porte chiuse per non urtare la sensibilità della gente». Ma facciamo un passo indietro. Erano i primi di marzo quando la notizia che tutti gli esemplari del parco e delle zone limitrofe dovevano essere soppressi perché malati di mixomatosi: un virus non è trasmissibile nè all’uomo, nè agli altri animali, ma letale per i conigli. In considerazione del fatto che la malattia provoca una morte dolorosa, i veterinari dell’equipe dell’Ulss 8 hanno optato per catturare i conigli, addormentarli e poi sopprimerli in una tenda attrezzata. «Abbiamo cercato di portare avanti quanto previsto dall’ordinanza con discrezione e senza fare pubblicità per non ferire la sensibilità dei cittadini – prosegue La Greca -. Ma continuiamo a trovare animali morti e a breve, con l’arrivo del caldo e delle zanzare, la situazione peggiorerà. Capisco che le persone possano rimanerci male, io stesso faccio fatica ad intervenire, ma quella del Querini è una colonia selvatica e l’ordinanza emessa dalla stessa Ulss 8 prevederebbe addirittura l’abbattimento con l’ausilio della polizia provinciale».
LA MALATTIA. «E ovvio che in un contesto come quello di un parco cittadino e di un ospedale è impossibile pensare di sparare, ma questi animali vanno comunque abbattuti. La mixomatosi è una malattia che non lascia scampo, oltretutto se s’insedia in un territorio c’è il concreto rischio che si riproponga», spiega il medico. «Per quanto mi riguarda mi rendo disponibile per qualsiasi spiegazione – chiude il direttore sanitario – ma sia chiaro che non è un lavoro facile, sia dal punto di vista emotivo, sia da quello dell’impegno pratico. E adesso che dovremmo operare davanti alle persone sarà ancora più difficile. Raccomandiamo di non spostare i conigli e di non portarli a casa perché l’azione sfocerebbe nel reato di diffusione di malattie infettive».
LE NUTRIE. Diversa è invece la situazione per un altro mammifero che abita da tempo il Querini, le rive dell’Astichello e del vicino Bacchiglione: le nutrie. Proprio per evitare che queste ultime possano entrare nell’area ospedaliera attraverso i canali di scolo affacciati sui due corsi d’acqua, sono state di recente posizionate dal servizio tecnico del San Bortolo delle reti che ne bloccano l’accesso. Ma per conoscere se questo provvedimento sarà efficace è ancora presto per dirlo.
IL Giornale di Vicenza – 13 maggio 2017