Non bastano foto dell’auto danneggiata e video del cinghiale che, ferito, si allontana nei campi, né il racconto di un testimone. Per risarcire i danni, l’assicurazione chiede altri elementi che dimostrino che effettivamente l’incidente sia stato provocato da un ungulato. A denunciare la paradossale risposta data dalla compagnia assicurativa a un giovane di Torreglia che aveva presentato domanda di risarcimento al fondo regionale per i danni da incidenti causati dalla fauna selvatica è Ermes Trovò, presidente dello Studio 3A, società di patrocinatori di Mestre che aveva assistito l’automobilista nella procedura. I fatti risalgono al tardo pomeriggio del 17 novembre a Torreglia, quando un automobilista, un 27enne di Rubano, si è trovato di fronte, mentre guidava lungo via Liviana, un cinghiale. Ha sterzato, ma non è riuscito a evitare l’ungulato. Ripresosi dallo spavento, il giovane è sceso dall’auto e non solo ha fotografato i danni riportati, ma ha anche girato il video in cui si vedeva il cinghiale che ferito, si era prima sdraiato sul ciglio della strada e poi correva verso il bosco. Lo Studio 3A, inoltre, era riuscito a rintracciare un residente che aveva assistito alla scena e che aveva confermato quanto accaduto. L’auto era stata portata da un carrozziere che aveva quantificato i danni in 1550 euro. Così con preventivo, foto, video e testimonianze, il 27enne si era rivolto alla società di patrocinatori per presentare richiesta di risarcimento alla Regione Veneto che nel 2013 ha istituito un fondo per incidenti stradali causati da animali selvatici, stipulando polizze apposite con una compagnia assicurativa. Quest’ultima, però, ha negato il rimborso. «Dalla documentazione fornita non sono emersi elementi probatori certi atti a fondare la ricostruzione dei fatti offerta dal ricorrente – si legge nella risposta arrivata all’automobilista -. Provvediamo dunque ad archiviare la pratica definitivamente senza seguito». Una decisione analoga a quella presa, a gennaio, per una coppia di Noventa Padovana, coinvolta in un incidente a Montegrotto. Anche in questo caso il risarcimento era stato negato perché, spiegava l’assicurazione, «la strada teatro del sinistro ricade nell’area di competenza del Parco Colli». «A questo punto chiediamo alla Regione di fare chiarezza su questo fondo e sulla relativa polizza, se sia effettivamente attivo o se vi siano problemi di copertura economica», ha commentato Ermes Trovò.
Angela Tisbe Ciociola – Il Corriere del Veneto – 10 maggio 2017