A Bonn, in questi giorni, i quasi 200 paesi firmatari dell’accordo di Parigi contro l’effetto serra, sono riuniti per discutere con quali strumenti assicurare che gli impegni vengano rispettati. Ci sono anche gli americani. Ma, in questi stessi giorni, secondo le indiscrezioni, Trump potrebbe annunciare la decisione della Casa Bianca di ritirarsi dall’accordo del 2015. Ieri è arrivato un altro rinvio: nessun annuncio prima del G7 del 26 maggio. Ma se arriverà un simile annuncio avrebbe effetti politici forti: si vedrebbe che gli americani non ci stanno, non ci mettono i soldi, continueranno a inquinare. Il consenso internazionale, cemento dell’accordo, non ci sarebbe più. Per questo sale il pressing internazionale su Trump. Macron gli ha chiesto di confermare gli impegni. E al nuovo presidente francese il leader cinese Xi Jinping ha chiesto impegno per “proteggere” l’accordo. I paesi più influenti nella Ue, Italia compresa, tifano contro la ritirata Usa. Paradossalmente, fra gli ambientalisti, c’è chi si chiede se non sia meglio che gli Usa lascino il tavolo, piuttosto che restarci per indebolire strumenti e metodi che diano all’accordo le gambe per camminare.
Repubblica – 10 maggio 2017