Ieri, al Mater Salutis di Legnago le analisi sulle prime otto persone. Si andrà avanti così per anni fino ad arrivare a circa 47mila campioni.
Al via lo screening di massa sulla popolazione esposta ai Pfas, l’inquinante presente per anni nelle acque di parte delle province di Verona (la zona sud-est), Vicenza e Padova. «I soggetti che andremo ad analizzare – fa sapere Luciano Marchiori – direttore del dipartimento di prevenzione dell’Usl Scaligera – hanno un’età compresa tra 14 e i 65 anni. Saranno controllati con cadenza biennale, per una durata di dieci anni». Tempi molto lunghi, ma necessari per avere dei dati consistenti sotto il profilo scientifico. Ma servirà molto meno per avere una risposta statistica di quello che è l’influenza dei Pfas nel Veronese.
«I medici che seguono lo screening – fa sapere Clara Scapin, sindaco di Legnago – ci hanno rassicurati su questo profilo. Basteranno i dati dei primi analizzati per avere nel giro di un mese, una risposta importante sul livello di contaminazione nella zona».
Non ci saranno solo le analisi del sangue: verrà monitorata anche la funzionalità renale. Importante, inoltre il dato della glicemia, accanto a quello del colesterolo.
Tutte le persone interessate, prima di essere convocate, dovranno rispondere a un questionario sul loro stile di vita. Si tratta di un’anamnesi necessaria per capire se gli eventuali valori alterati non siano una conseguenza, ad esempio, di una dieta sballata, o del fumo. I campioni di sangue saranno esaminati al centro Arpav, che per scovare la presenza delle particelle perfluoroalcaliniche, molto piccole, ha acquistato dei macchinari specifici. In tutto, l’indagine, riguarderà, in provincia di Verona, i residenti di tredici comuni: Albaredo, Arcole, Cologna Veneta, Pressana, Roveredo di Guà, Veronella, Minerbe, Zimella, Bevilacqua, Terrazzo, Bonavigo, Boschi Sant’Anna e Legnago.
Il Corriere del Veneto – 3 maggio 2017