Alda Vanzan, dal Gazzettino. Come nel 1997, anche il prossimo 12 maggio si terrà una seduta straordinaria del consiglio regionale del Veneto per commemorare il “tremendo giorno”. E cioè il giorno – come ricorda il consigliere zaiano Luciano Sandonà – in cui «il Maggior Consiglio, pur in assenza del numero legale, decise di ammainare la bandiera della Repubblica Serenissima e issare il vessillo francese». E stato Sandonà a raccogliere le firme, tra i colleghi della Lega e della Lista Zaia, per chiedere la convocazione straordinaria dell’assemblea legislativa. Seduta che, come conferma il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, effettivamente si farà: «Le firme ci sono, martedì l’argomento sarà affrontato dai capigruppo, poi ci sarà la convocazione».
Sandonà & C., tra l’altro, hanno chiesto che la seduta si tenga nella Sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale: anche nel 1997, per i 200 anni del “tremendo giorno”, l’assemblea si spostò in quello che era il simbolo e il cuore della Serenissima.
«Palazzo Ducale ci costa una cifra, è un problema di spese e anche di logistica», mette però le mani avanti Ciambetti. Cade, invece, dalle nuvole il capogruppo del Pd, Stefano Fracasso: «Ricordare la caduta della Serenissima? È questo vogliono fare Lega e Lista Zaia? Beh, penso che non ce ne sia proprio bisogno. Se questa è la premessa dell’autonomia siamo a posto. Il Veneto deve guardare al futuro, non al passato, non a quello che è successo 220 anni fa. Io credo che alla stragrande maggioranza dei veneti non interessi per nulla una seduta straordinaria del genere. Cosa posso dire? Un grande futuro alle spalle: questa è la Lega».
Ma la maggioranza non si scompone. Anzi. «Il 12 maggio – scrive Sandonà – segnò l’amaro epilogo della Repubblica di Venezia e di 1100 anni di buon governo. Non possiamo dimenticare o far passare sotto silenzio quel giorno e i suoi protagonisti, a iniziare da Lodovico Manin per dirla con il Foseólo il ‘Sier Spavento’ ultimo Doge che con voce tremante sciolse le antiche istituzioni della Serenissima per passare il potere ad una Giunta municipale che nei giorni successivi avrebbe accolto i francesi. La data del 12 maggio segna una svolta nella storia europea e va celebrata e ricordata degnamente: il luogo ideale, di grande impatto emotivo e culturale, sarebbe la Sala del Maggior Consiglio a palazzo Ducale e mi auguro che il presidente Ciambetti e l’ufficio di presidenza colgano questa opportunità per attivarsi affinchè il consiglio regionale possa riunirsi in questa sede invitando i sindaci dei capiluogo di provincia del Veneto, ma anche i primi cittadini di Brescia e Bergamo, Rovereto, Crema, Udine, Pordenone, Gorizia nonché i rappresentanti delle città Istriane e Dalmate, di quanti, cioè, rappresentano quei territori dei domini legati per storia, cultura, arte alla Repubblica di Venezia. Si tratta di celebrare degnamente una pagina di storia europea. Il consiglio regionale con questo gesto dimostra di sentire la responsabilità dell’essere erede morale delle istituzioni della Serenissima che trovano continuità nella nostra istituzione democratica».
Il Gazzettino – 30 aprile 2017