Dopo il Tar, anche il Consiglio di Stato respinge il ricorso intentato contro la Regione dagli ex consiglieri (e dagli eredi di alcuni di loro) con l’obiettivo di cancellare il «contributo di solidarietà» imposto sui vitalizi (e gli assegni di reversib ilità) da una legge approvata sul finire del 2014.
Come già avevano fatto i giudici amministrativi di Venezia nel dicembre 2015, anche la Quinta sezione del Consiglio di Stato, cui si erano rivolti una sessantina di ex inquilini di Palazzo Ferro Fini difesi dagli avvocati Maurizio Paniz, Franco Stivanello Gussoni e Italico Perlini, ha contestato il difetto di giurisdizione, ritenendo sulla base di una sentenza recente della Cassazione che questa vada riconosciuta in capo al giudice ordinario; secondo il Tar, invece, spetterebbe alla Corte dei conti, quale giudice generale del sistema pensionistico pubblico, e per questo a detta dell’avvocato Paniz «ora si rende indispensabile andare fino in Cassazione, per avere un’indicazione definitiva sul giudice a cui rivolgersi. Finora – spiega Paniz – in Italia abbiamo avuto cinque sentenze su questo tema, tutte diverse. Se la Cassazione dovesse confermare l’orientamento ricordato dal Consiglio di Stato, è chiaro che riassumeremmo subito la causa davanti al giudice ordinario». E questo nonostante il taglio – temporaneo – scada alla fine di quest’anno. In caso di pronuncia favorevole, infatti, gli ex consiglieri potrebbero chiedere in via retroattiva la restituzione di tutti i soldi decurtati in questi tre anni.
Tant’è, fino ad allora, e sempre che la sentenza del giudice ordinario sia infine favorevole ai ricorrenti, il taglio deciso nel 2014 dal consiglio regionale in ossequio al «sacrificio collettivo» imposto dalla crisi resta in vigore: 5% fino a 2 mila euro, 8% tra 2 mila e 4 mila euro, 10% tra 4 mila e 6 mila euro e 15% oltre i 6 mila euro; le aliquote vengono maggiorate del 40% qualora il beneficiario sia titolare già di altro vitalizio erogato dal parlamento nazionale od europeo.
Il Veneto, che spende 13 milioni all’anno per pagare 245 tra vitalizi e assegni di reversibilità (si va da 1.400 a 4.200 euro netti al mese), è peraltro una delle poche Regioni italiane ad aver introdotto, sulla scia di un’analoga decisione del consiglio di presidenza di Montecitorio a carico degli ex deputati, la sforbiciata per i suoi pensionati. Le altre sono Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Trentino, Valle d’Aosta e Puglia. Tutte le altre hanno svicolato bellamente, o scordandosi di applicare la legge che pure era stata perorata all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni, o applicando dei pannicelli caldi che poco nulla hanno fatto risparmiare alle casse pubbliche.
«Siamo soddisfatti – conclude il presidente Roberto Ciambetti – perché sebbene il ricorso sia stato respinto per un difetto di competenza, dopo il Tar anche il Consiglio di Stato conferma il corretto agire della Regione».
Ma. Bo. – Il Corriere del Veneto – 19 aprile 2017