Secondo abbattimento in due allevamenti avicoli, nel giro di soli due giorni, a San Bonifacio. La causa è, in entrambi i casi, l’influenza aviaria che sta diventando un incubo per gli allevatori della zona dell’est veronese. Ieri, seguendo le disposizioni impartite dal dipartimento di Sanità animale del ministero della salute, e su richiesta dei servizi veterinari dell’ulss 9 Scaligera, il sindaco sambonifacese Giampaolo Provoli ha disposto l’eliminazione di tutti gli animali presenti in un allevamento di tacchini che si trova a circa quattro chilometri da quello in cui era stata confermata mercoledì la presenza del virus H5N8. La prima struttura di San Bonifacio destinataria dei provvedimenti di lotta alla diffusione del virus è in una località vicina al grosso centro dell’est Veronese. Qui sono stati riscontrati focolai di contagio in un capannone su tre, ma, allo scopo di prevenire la diffusione della malattia, è stato subito deciso di eliminare tutti i 15.430 pennuti presenti. Si trattava di tacchini di giovane età, e, quindi, teoricamente più resistenti al virus. Da subito, sono state istituite zone di protezione e di sorveglianza con divieto di accasamento di nuovi animali e di movimentazione di quelli già presenti negli allevamenti, in un’area, avente un raggio di dieci chilometri, posta attorno all’azienda Sambonifacese. Nonostante nelle immediate vicinanze del focolaio, non ci fosse nessuna struttura ospitante tacchini, cosa sicuramente positiva per quanto riguardale misure di profilassi, è però emersa da subito la necessità di intervenire in un allevamento nell’est veronese, nell’area più a Sud del paese. Si tratta di una realtà che è proprietaria anche un’altra struttura avicola sempre nel Sambonifacese. Il rischio di trasferimento del virus è stato ritenuto troppo elevato dai sanitari che stanno cercando di evitare il propagarsi del contagio proprio perché lo stesso personale gestisce le due aziende. Un’eventualità particolarmente temuta, questa, visto che proprio sotto San Bonifacio inizia l’area con la più alta concentrazione d’Italia di allevamenti avicoli. Già ieri, quindi, si è proceduto, come misura preventiva, all’abbattimento dei circa 9.500 tacchini, con circa due mesi di vita, presenti della struttura sambonifacese ed all’avvio delle procedure di bonifica. In attesa di conoscere quali saranno le iniziative che verranno stabilite come forma di contrasto alla diffusione dell’aviaria nel Veronese, ieri è stata indetta una riunione dell’unità di crisi formata da Regione e Ministero. Continueranno ad essere applicate rigide misure di prevenzione e lotta al virus, compreso il controllo due volte alla settimana degli animali che muoiono in tutti gli allevamenti posti nell’area della nostra provincia che si trova a Sud dell’autostrada Milano-Venezia.
L’Arena – 14 marzo 2017