Prove d’intesa oggi fra governo, Regioni ed enti locali sul nuovo pacchetto di decreti attuativi della delega Madia, all’interno del quale spicca ovviamente la riforma del pubblico impiego. Proprio il testo che riscrive le regole del lavoro pubblico è stato ieri al centro di una triangolazione fra Funzione pubblica, Economia e amministratori locali per trovare la quadra.
Al centro del contendere ci sono in particolare le regole sul salario accessorio e sulla programmazione dei fabbisogni di personale. Sul primo punto, la spinta che arriva in particolare dalle Regioni è quella ad ampliare i tempi e gli strumenti per il recupero, a valere sui fondi decentrati, delle somme riconosciute al personale negli anni scorsi secondo criteri poi bocciati dalla Ragioneria generale e dalla Corte dei conti. E proprio dal ministero dell’Economia arrivano le resistenze maggiori ad ampliare ancora le maglie di una norma che già nella versione del Dlgs approvata in prima lettura permette recuperi più lunghi quando le regole ordinarie imporrebbero di tagliare i fondi decentrati di oltre il 25 per cento. Sulla vicenda, al centro da anni di un groviglio normativo, è intervenuto anche l’ultimo Milleproroghe concedendo cinque anni in più alle amministrazioni che al 28 febbraio scorso avessero già all’opera un piano di recupero.
Sulla programmazione dei «fabbisogni», che dovrebbero sostituire il vecchio sistema degli organici nel misurare le nuove assunzioni, Regioni ed enti locali chiedono più autonomia, mentre il testo licenziato dal governo lascia la palla alla Funzione pubblica prevedendo però l’intesa in Conferenza per evitare rischi di incostituzionalità. Sui tavoli dell’Unificata di oggi ci saranno anche i decreti sulla valutazione dei dipendenti pubblici, quello su Aci/Pra e il riordino di forze di polizia e vigili del fuoco.
Gianni Trovati – Il Sole 24 Ore – 6 aprile 2017