Riprendono in commissione Affari sociali alla Camera i lavori sul ddl Lorenzin in tema di sperimentazioni cliniche e riordino delle sperimentazioni cliniche. Questa mattina, sulla materia, è stato audito il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, che, nel suo intervento, si è soffermato principalmente su tre punti: sperimentazioni cliniche, riassetto degli Ordini professionali e dirigenza sanitaria.
Per quanto riguarda la delega al Governo in materia di riassetto della sperimentazione clinica il presidente Anac ha trovato “particolarmente positiva” la richiamata tutela dell’indipendenza presente nel provvedimento, così come l’attenzione dedicata al superamento di possibili conflitti di interesse, anche se, secondo Cantone, “in sede di attuazione della delega sarebbe necessario specificare meglio come si intenda superare il conflitto di interesse. Ad ogni modo resta positivo il giudizio su questa parte della norma”.
Per quanto poi riguarda il riordino della disciplina degli Ordini delle professioni sanitarie, di “prevedere un’adeguata informazione sull’attività svolta per garantire accessibilità e trasparenza alla loro azione. La materia è stata già attenzionata dall’Anac in riferimento a quanto previsto dal Dlgs 97/2016 che prevede l’applicabilità del piano anticorruzione anche agli Ordini professionali, ed è stata prevista la possibilità di applicare le regole del Dlgs 33/2013 in materia di trasparenza nella PA”.
Da qui l’auspicio di Cantone affinché nel ddl Lorenzin si prevedano “norme che non vadano eccessivamente in conflitto con il Dlgs 33/2013”. “Se il decreto 33 ai sensi del Dlgs 97/2016 è già applicabile – ha sottolineato – non so quanto sia utile aggiungere un’ulteriore norma che diventerebbe pleonastica. Se, invece, si tratta solo di specificare meglio l’applicabilità del decreto 33 ben venga. L’importante è che si renda compatibile la materia in modo da evitare sovrapposizioni”.
Quanto poi agli obbighi di trasparenza e pubblicità per i dirigenti sanitari, richiamati dalla recente deliberazione dell’Anac, Cantone ha ricordato l’emergere di problemi interpretativi riferiti al coinvolgimento o meno dei responsabili di struttura semplice e complessa nell’obbligo di pubblicazione dei compensi (ndr. vedi nostro articolo del 23 marzo).
Il presidente Anac si è poi soffermato sull’applicazione delle regole in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi di presidenza di Ordini in concomitanza con il mandato parlamentare: “Si potrebbe approfittare di questo provvedimento per prevedere regole più chiare che individuino i criteri in modo più preciso di quanto non si faccia già oggi. Questo sarebbe assolutamente auspicabile”.
Più in particolare, Cantone si è soffermato sul Dlgs 39 del 2013, in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, “che noi riteniamo fondamentale per il contrasto della corruzione perché serve per individuare ipotesi di possibile conflitto di interesse”.
Tuttavia per Cantone, quel provvedimento oggi è “assolutamente svuotato e non serve a nulla in questi termini”, facendo riferimento al problema dell’individuazuione delle deleghe gestionali che danno incompatibilità. “Il tema delle deleghe gestionali – ha detto – lo abbiamo ulteriormente rilanciato al Parlamento con una nuova segnalazione. Per quanto riguarda le eventuali incompatibilità e inconferibilità dei presidenti che abbiano deleghe gestionali, noi abbiamo dovuto necessariamente adottare un criterio formale perché non possiamo verificare in concreto cosa i presidenti facciano. Il criterio formale è quello degli statuti”.
“Credo – ha proseguito Cantone – non abbia precedenti la modifica a tappetto degli statuti verificatasi negli ultimi anni. Non c’è presidente che non abbia modificato lo statuto in modo che non si preveda nessuna delega gestionale a suo carico. Il dato è questo, lo abbiamo più volte segnalato e più di questo non possiamo fare. Posso dire che solo dall’inizio del 2017 sono oltre 300 le segnalazioni giunte agli uffici dell’Anac riguardanti il decreto 39. La maggior parte di queste si chiudono per insussitenza delle deleghe gestionali. Per noi è indispensabile la modifica i questo decreto, così com’è sta creando più problemi di quelli che riesce a risolvere”.
Infine, intervenendo ancora sulla dirigenza sanitaria, ha giudicato come positivo l’aver previsto l’applicabilità dell’articolo 19 comma 1-bis del decreto legislativo 165 in materia di testo unico degli impiegati civili dello Stato: “Sarebbe auspicabile che venga meglio specificato che questo criterio dovrebbe garantire soprattutto la trasparenza degli incarichi dirigenziali”, ha concluso.
Quotidiano sanità – 29 marzo 2017