Ci sono quasi cinquanta nuove assunzioni pronte per gli ospedali trevigiani. Non sono però ancora operative, «tempi burocratici che nel pubblico devono essere rispettati» spiegano dall’Usl 2, e i sindacati del personale sanitario alzano i toni, denunciando una carenza di organico strutturale che, con l’avvento dell’azienda unica provinciale, avrebbe sommato le difficoltà invece di alleggerirle: mancherebbero addirittura, secondo fonti sindacali, «200 medici e 600 tra infermieri, operatori socio sanitari, ostetriche e tecnici».
È di nuovo scontro fra il manager della sanità provinciale Francesco Benazzi e le sigle Cgil, Cisl e Uil. L’attacco delle parti sociali è duro: «Si continua a lavorare sotto organico e le poche assunzioni che si fanno diventano un pannicello caldo, tamponando di volta in volta – affermano Ivan Bernini (Cgil), Aldo Lorenzon (Cisl) e Beniamino Gorza (Uil) -. Le indicazioni limitative della Regione, anziché agevolare l’attività sanitaria, rendono impossibile la copertura del personale, ostacolando di fatto la soluzione dei problemi, a discapito di lavoratori e pazienti». Una conferma che in parte arriva anche da Cittadinanzattiva, associazione che ha da poco ha aperto al Ca’ Foncello uno sportello per i diritti del malato: «Il servizio viene sempre garantito a livelli elevati ma abbiamo sentito lamentele dal personale e dai volontari – rileva la coordinatrice Tiziana Giuliani -. Fra poco partiremo con un intervento nei reparti per constatare l’umanizzazione del servizio, se la persona malata è realmente al centro dell’attività, a prescindere dalla grande professionalità dimostrata da tutti gli operatori. Le famiglie evidenziano la mancanza di figure che siano da intermediarie fra quello che succede negli ambulatori e i congiunti in attesa di informazioni».
Il dg Benazzi ha già provveduto a potenziare l’organico: «Il personale della nuova Usl unica è lo stesso di prima, il turnover è il medesimo, la Regione ce lo garantisce sostituendo le pensioni e le maternità. Proprio non capisco dove vogliano andare a parare i sindacati. Il 7 marzo la Regione ha autorizzato l’assunzione a tempo indeterminato di 26 infermieri, 16 operatori socio-sanitari, 7 ostetriche, 5 fisioterapisti». E poi una decina di tecnici, personale di assistenza e altri operatori a tempo determinato: arriveranno a breve, rassicura il dg.
Ma i sindacati incalzano: «I servizi continuano a essere garantiti solo a fronte di prolungamenti orari, di straordinari snervanti e di continui blocchi delle ferie – spiegano Bernini, Lorenzon e Gorza -. Con l’Usl unica le difficoltà si sono più che proporzionalmente sommate e aggravate. Su tutto il territorio riscontriamo le medesime condizioni. Numeri inferiori rispetto alle previsioni regionali in materia di assistenza, assenze per malattie e maternità non coperte, prolungamenti orari che non rispettano la normativa in materia di orario di lavoro e impossibilità di formulare un piano ferie in assenza di personale».
Il Corriere del Veneto – 23 marzo 2017