“Finalmente sui Pfas la Regione avvia i monitoraggi riguardanti le industrie, azione, questa, richiesta dal Ministero dell’Ambiente e ribadita, come necessaria, anche dal Consiglio regionale del Veneto, con l’approvazione di una mozione, presentata dalla sottoscritta ancora nel giugno 2016”.
Lo afferma, in una nota, la consigliera di Alessandra Moretti Presidente Cristina Guarda, per la quale “era già chiaro che bisognava procedere con le verifiche, scarico per scarico: il tutto, in una logica di controllo ma anche di aiuto, da parte delle aziende, nell’individuare i prodotti inquinanti e trattare al meglio le acque di falda. Ogni tanto, i consigli servono e anche Zaia pare cominci a prendere consapevolezza di ciò”.
“Mi domando in ogni caso – continua la consigliera – il perché di tanta lentezza nell’intervenire con i controlli sulle industrie ed, invece, la tanta fretta nel mettere in difficolta il settore agricolo con misure drastiche e limiti categorici, come quello dei 30 giorni per mettere in sicurezza la fornitura di acqua. Mi auguro, quindi, che la Giunta regionale cambi il proprio atteggiamento, anche a seguito delle proteste degli agricoltori che, come ha annunciato giustamente Coldiretti, si rifiutano di pagare il monitoraggio dei pozzi sulle loro proprietà”.
“Agli agricoltori – conclude Cristina Guarda – vanno invece garantite le risorse necessarie per le analisi e gli adeguamenti. Un onere economico di migliaia di euro che non può pesare sulle spalle di una categoria già penalizzata dal mercato. Va evitata la disparità di trattamento rispetto alle industrie ed assicurato, al contempo, anche agli agricoltori, il pieno sostegno nel mettere in sicurezza i pozzi e l’acqua superficiale. Le disparità non sono più accettabili”.
“Canale Leb, la Regione deve rispondere alle richieste del mondo agricolo: serve più acqua per l’irrigazione”
“La Regione e l’assessore Pan non possono chiudere gli occhi di fronte alle esigenze del mondo agricolo: serve più acqua per l’irrigazione. Non si possono autorizzare continuamente centraline, che portano più danni che benefici al territorio, e non rispondere alle richieste del Consorzio che gestisce il canale Leb”. Sono le dichiarazioni della Consigliera regionale della lista AMP Cristina Guarda, che sollecita un intervento in tempi rapidi da parte della Giunta regionale. “Questo canale artificiale ha una capacità fino a 45,7 mc/s – precisa Guarda – e dagli anni novanta si chiede un aumento della derivazione di acqua, visto il ruolo fondamentale che svolge per l’agricoltura nel Basso Veneto e non solo. Il Leb, inoltre, serve il mondo industriale dell’ovest e del sud Vicentino, né dobbiamo dimenticare la sua importanza in questa fase di urgenza, con l’acqua contaminata da Pfas: per questo siamo in attesa di un’attenzione vera da parte della Regione, per una maggiore concessione idrica che permetta di produrre in tutta sicurezza. E invece la Regione si limita a un regime di proroga per quanto riguarda la derivazione di acqua dall’Adige al Leb, nonostante il canale crei benefici ambientali, sociali ed economici a gran parte del territorio, da Verona a Venezia”. “Serve un cambio di passo deciso – chiude la Consigliera Guarda – e da parte nostra promettiamo un impegno per garantire risorse e autorizzazioni in tempi più rapidi, in modo da permettere un miglioramento del servizio, con interventi di sistemazione per il risparmio idrico, per la mitigazione delle aree più siccitose e assistere gli agricoltori. Le necessità di questo settore devono venire prima degli ‘accordicchi’ politici e della burocrazia,: questa è la sfida che ci vede a fianco dei Consorzi di primo e secondo livello”.
15 marzo 2017