di Luigi Ferrarella L’equino ostaggio per antonomasia resta il galoppatore irlandese Shergar, sequestrato nel 1983 dai terroristi dell’Ira e mai più restituito al principe Karim Aga Khan dopo l’impressionante trionfo nel Derby inglese di Epsom.
Poi, però, è in Italia (specie al trotto) che un ambiente ricco di passione sana e di posti di lavoro seri nell’allevamento e nell’agonismo, già alle prese con un immeritato luogo comune duro a morire, si è in effetti ritrovato martirizzato da ripetuti sequestri di cavalli. Rapito (e liberato dopo 40 giorni nel 2007) il cavallo-favola Equinox Bi, cieco da un occhio, orfano di mamma, fratturatosi a una zampa e tuttavia capace di battere gli americani a casa loro. Rapito (e ritrovato nel 2009) Iglesias, il «cavallo di San Francesco» per essere il pupillo ad Assisi di un frate francescano che aveva abbandonato le vesti di bancario milanese e di frequentatore dell’ippodromo di San Siro. Rapito (nel 2006) il re degli stalloni italiani di trotto, Lemon Dra, sparito a Parma e mai più rilasciato al pari nel 2008 del derbywinner Daguet Rapid. Per non parlare delle due prime star (loro malgrado) di questo «genere» criminale, inaugurato a Ferragosto 1975 da Wayne Eden, il trottatore americano sequestrato a Montecatini e liberato dopo un riscatto di 50 milioni di lire; e da Carnauba, la purosangue del petroliere americano Nelson Bunker Hunt, nel 1976 salvata appena in tempo dai carabinieri.
Adesso hanno rapito Unicka, la «bomba bionda» che fa girare la testa ai maschi, nel senso che sinora li aveva tutti strapazzati nel Derby italiano 2016 di trotto a Roma e poi anche nel Gran Premio Orsi Mangelli a Milano: è velocissima, è biondissima (saura nel manto e platinata nella criniera), ha una stella bianca in fronte, ha un nome da predestinata ed è perciò la cavalla con la quale l’ippica in crisi economica sognava di tornare ai fasti internazionali, e soprattutto di popolarità presso il grande pubblico, dell’era di Varenne 15 anni fa. Ma la scorsa notte la 4 anni Unicka è stata rapita: a scopo di estorsione, visto l’altissimo valore del seguito della carriera agonistica (nella quale ha già guadagnato 560.000 euro) e soprattutto del futuro di fattrice.
I suoi uomini, che con il trainer danese Erik Bondo e il guidatore milanese Pippo Gubellini stavano preparandola per il Gran Premio d’Europa in aprile a Milano, all’alba non l’hanno più trovata nel super attrezzato (e protetto da allarmi) centro di allenamento a Staffoli (Pisa) della scuderia più importante d’Italia, la Wave dei coniugi Giovanna e Gianluca Lami. Ai quali è stato portato via anche il maschio Vampire Dany, più giovane di un anno e nipote di Varenne, promessa della propria generazione avendo già vinto nell’inverno 2016 il Gran Criterium dei puledri a Milano.
I carabinieri hanno rilevato sul terreno le tracce di due persone, «che hanno saputo evitare il sistema d’allarme, il che fa pensare a persone esperte e vicine al mondo dell’ippica», ragiona Lami: «È un duro colpo non solo per noi ma per tutta l’ippica», aggiunge in attesa di «indicazioni preziose per il ritrovamento. È una cavalla che non ha prezzo, non l’avrei mai venduta».
Il Corriere della Sera – 8 marzo 2017