I repubblicani hanno sollevato il sipario sulla loro riforma sanitaria che dovrebbe cancellare e rimpiazzare Obamacare. E il piano ideato dalla maggioranza alla Camera, fondato su un sistema di incentivi di mercato che appare destinato a ridurre significativamente il numero degli assistiti più che i costi, ha subito scatenato divisioni e polemiche.
Crediti d’imposta basati su età e reddito. La proposta, la prima dettagliata idea su come sostituire la storica e complessa riforma di Obama, è imperniato sul ricorso a crediti d’imposta basati sull’età e sul reddito per aiutare gli americani che non hanno polizze legate al loro impiego a comprarle sul libero mercato. Sparirebbe l’obbligo per i cittadini di assicurarsi e per le grandi aziende di offrire polizze ai dipendenti, pilastri di Obamacare, o meglio dell’Affordable Care Act (Aca).
La promessa di Trump: taglierò le tasse. Verrebbe in particolare cancellata una penale federale per chi non si assicura, anche se ne sarebbe introdotta una nuova a vantaggio delle assicurazioni che potranno aumentare i premi del 30% ai danni di chi lasciasse scadere la propria polizza. Rimarrebbero invece in vigore tre norme di Obamacare troppo popolari per essere abrogate: il divieto a negare l’assicurazione sanitaria a pazienti con malattie preesistenti, quello a imporre tetti complessivi alla copertura nel corso della vita e la possibilità di tenere i figli sulla propria polizza fino ai 26 anni di età.
Nessuna stima su costi e popolazione coperta. Il piano repubblicano non contiene però stime sui costi, né su quanti cittadini potrebbe coprire o su quanti potrebbero perdere l’assistenza. Numerosi esperti e politici attendono così una valutazione da parte dell’Ufficio studi del Congresso prima di esprimersi. Rapporti di ricerca che avevano esaminato simili progetti, ha sottolineato il Wall Street Journal, hanno tuttavia calcolato che la proposta coprirebbe molti meno americani rispetto all’Aca, che ad oggi ha assicurato circa 20 milioni di persone in passato senza alcuna copertura medica, oltre dieci milioni attraverso l’espansione di Medicaid per i più poveri e il resto attraverso altri programmi e gli exchange statali dove comprare polizze standard sussidiate sulla base del reddito. Non è chiaro quali meccanismi dovrebbero calmierare i prezzi esorbitanti della sanità americana.
La nuova riforma prevede anche la cancellazione, a partire dal 2018, di imposte che sono previste dall’Aca per finanziare la sanità. E verrebbero congelati, seppur solo dal 2020, i fondi destinati agli Stati – ben 31 su 50 di cui 16 governati da repubblicani – che hanno partecipato all’ampliamento dell’assistenza ai meno abbienti attraverso le estensioni del programma per Medicaid a multipli del reddito da povertà, come era stato appunto prescritto dalla riforma di Obama. Dopo di allora gli Stati riceveranno, al contrario, un contributo fisso da spendere nei loro programmi e che dovrebbe essere ridotto, generando in questo modo significativi risparmi.
Paul Ryan, Speaker della Camera, ha definito il piano come “un sollievo dalle sofferenze di Obamacare” e la Casa Bianca lo ha chiamato “un passo importante” verso maggior scelta e minori costi per gli americani. Il leader democratico al Senato Chuck Schumer lo ha invece apostrofato come “Trumpcare, che costringe milioni di americani a pagare di più per meno servizi di assistenza”.
Il nodo dei crediti d’imposta. Non è certo però che i repubblicani riusciranno a essere uniti sulla proposta. Per approvarla non possono perdere più di due voti al Senato e 22 alla Camera, se i democratici rimarranno compatti all’opposizione come sembra. Il nodo maggiore sono i crediti d’imposta: originariamente legati solo all’età e criticati dalle correnti dei conservatori fiscali perché troppo generosi, adesso tengono conto sia dell’età che del reddito. Sotto i 30 anni saranno di duemila dollari l’anno, che salgono a 4.000 dollari per gli over 60. Le cifre lievitano a seconda delle dimensioni della famiglia ma il tetto massimo sarà fissato a 14.000 dollari. I crediti cominceranno a diminuire per i redditi oltre i 75.000 dollari l’anno per gli individui e oltre i 150.000 dollari per le famiglie. La formula prescrive una riduzione del “tax cred” di cento dollari, ogni mille dollari oltre i 75.000.
Gli interrogativi sui finanziamenti. Altri interrogativi aperti riguardano la formula per pagare la riforma: verranno utilizzate le tasse di Obamacare fino al 2018 e un’imposta sui piani sanitari “di lusso” offerti dalle aziende che scatterebbe nel 2025, entrambe tuttavia ipotesi invise ai repubblicani più conservatori. Tra le misure più controverse, c’è anche la proposta di bloccare fondi federali destinati all’associazione Planned Parenthood, per la sua disponibilità ad assistere le donne che abortiscono, una misura criticata da numerosi repubblicani moderati oltre che dai democratici.
IL Sole 24 Ore sanità – 7 marzo 2017