«Se dovessi scegliere un aggettivo, vorrei che fosse un governo rassicurante; perché gli italiani ne hanno bisogno». Paolo Gentiloni, ospite di Pippo Baudo a Domenica In, punta tutto su quell’aggettivo: «rassicurante». A partire dal fatto che lavora tanto, dalle 7 fino a mezzanotte, ma è consapevole che non può fare miracoli: quelli li fanno i cittadini con i loro sacrifici.
Ma nel suo eloquio pacato si registrano novità. Sulla durata del governo, per esempio. Il premier dice infatti: «Abbiamo molte cose da completare che ha fatto il governo Renzi e altre cose nuove e importanti. La scadenza è la fine della legislatura, poi i governi possono finire prima se non hanno la maggioranza in Parlamento. Io dico sempre ai ministri che dobbiamo lavorare non pensando alla durata ma alle nostre responsabilità e all’interesse del paese».
Dunque ci sono «cose importanti da fare» che vanno oltre l’orizzonte accreditato inizialmente al governo nato dalle dimissioni di Matteo Renzi dopo la sconfitta nel referendum. Serve altro tempo. E stabilità. Fino al 2018, fino alla fine della legislatura. «Io vorrei togliere questa idea di provvisorietà dandoci una agenda» spiega Gentiloni. «Ora il governo deve darsi un passo di riforme più strutturale. Penso a lavoro, Mezzogiorno, riforme come quella del processo penale, legge sulla concorrenza, legge sulla povertà per la protezione delle famiglie in difficoltà a cui dobbiamo dare un ombrello di protezione sociale». Ecco allora una nuova lista di priorità. Tra cui spicca una mossa di politica economica: «L’obiettivo del prossimo Documento di Economia e Finanza è un ulteriore abbassamento delle tasse sul lavoro: dobbiamo rendere gli investimenti sul lavoro più vantaggiosi». E ancora, dice , «credo servano ancora iniziative speciali per il Sud» Poi parla del caso Consip. Della sfiducia a Luca Lotti. E su questo Gentiloni è netto: «L’unica cosa che devo dire è che Lotti, ha ricevuto un avviso di inizio indagini a dicembre. La sua posizione non è cambiata da allora, la mia fiducia nei suoi confronti è immutata e mi auguro lo sia anche quella del Parlamento». Il presidente del Consiglio formula un altro auspico: «Si faccia chiarezza, perché la Consip serve al Paese per ridurre la spesa. Se poi qui si inseriscono elementi di corruzione è molto grave e mi auguro che questo la magistratura ce lo dica il prima possibile». Infine il premier parla di Europa. «Me la terrei stretta» dice. E chiede che Bruxelles ci aiuti sulla ricostruzione post terremoto e sui migranti: «Ci possono dare un miliardo. E togliere dai conteggi deficit-Pil le spese che stiamo sostenendo nelle zone colpite dal sisma».
Repubblica – 6 marzo 2017