«Una bella notizia per medici, cittadini e aziende sanitarie, d’ora in avanti tutti meno condizionati da quella medicina difensiva che fa prescrivere anche quello che non serve e che tiene alla larga i professionisti della sanità dagli interventi più difficili». Così il presidente della Federazione di Asl e Ospedali (Fiaso), Francesco Ripa di Meana, commenta l’approvazione definitiva alla Camera della legge sulla responsabilità professionale.
«Un buon provvedimento già nella stesura iniziale, che è poi diventato ottimo grazie alla disponibilità all’ascolto di manager e professionisti sanitari da parte delle Commissioni parlamentari competenti. Da un lato si chiarisce una volta per tutte la natura contrattuale del rapporto tra cittadino ed azienda, chiamata a rispondere direttamente o per mezzo di assicurazioni in caso di risarcimento. Una garanzia per il cittadino che vede così garantito il suo diritto all’indennizzo dal soggetto economicamente più solido. Dall’altro lato – prosegue Ripa di Meana – la previsione di escludere la colpa grave nel caso il medico rispetti le buone pratiche assistenziali e le linee guida, ‘come definite e pubblicate ai sensi di legge’, aiuterà a creare un clima più sereno in Asl e ospedali anche con il superamento del meccanismo della rivalsa delle Aziende sui professionisti senza un giudizio terzo, contrastando così il fenomeno della medicina difensiva. Un’ottima notizia – conclude Ripa di Meana – è anche l’esplicita previsione di utilizzare obbligatoriamente le tabelle sull’entità dei risarcimenti, che ci auguriamo vengano rapidamente aggiornate ed integrate. Fatto che permetterà alle aziende sanitarie di programmare sulla base di numeri concreti la spesa per i risarcimenti e alle assicurazioni di tornare nel mercato sanitario, magari calmierando i premi assicurativi».
«Innanzitutto – afferma Costantino Troise, segretario Anaao Assomed – abbiamo finalmente una legge di riferimento. Finora il vuoto della politica aveva lasciato spazio alla magistratura creativa, che ha spesso agito con un pregiudizio, più o meno giustificabile, a favore del danneggiato. Il secondo elemento che cambia è che si mette fine alla cosiddetta responsabilità da contatto, per cui il medico dipendente è responsabile per il solo fatto di essere venuto a contatto con il paziente, e si distingue la responsabilità della struttura, che è sempre di tipo contrattuale, dalla responsabilità del professionista che è di tipo extracontrattuale, con tutto quello che vuol dire: cinque anni di prescrizione, inversione dell’onere della prova, nel senso che tocca a chi denuncia dimostrare che l’altro sbaglia. Il terzo cambiamento è si introduce un reato specifico, il reato colposo nell’esercizio della professione sanitaria che nono viene più assimilato a un qualunque pirata della strada e che tiene conto della funzione sociale del medico. Infine, si ribadisce la necessità di gestire il rischio con strutture apposite e che l’azienda tenga estraneo il dipendente da eventuali eventi avversi. Era già scritto nei contratti ma che venga ribadito in una legge mi pare un passo in avanti».
«L’approvazione definitiva della legge sulla responsabilità del personale sanitario , il Ddl Gelli, è una vittoria di civiltà, giuridica e medica. Ringraziamo il relatore Gelli, il Parlamento e le forze politiche che hanno saputo ascoltare le ragioni dei chirurghi e di tutti i professionisti del mondo sanitario. Questa legge, attesa da anni, mette finalmente ordine in un settore che, a causa di pochi personaggi senza scrupoli che volevano lucrare sulla pelle dei pazienti, ha rischiato di essere sopraffatto dalle conseguenze nefaste della medicina difensiva». Questo il commento a caldo di Diego Piazza e Pierluigi Marini, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani). «Una vittoria in primis per i cittadini – affermano i chirurghi – che ora potranno rivolgersi a medici più sereni nel loro lavoro, senza la spada di Damocle del contenzioso medico-legale sulla testa. Un passo avanti per tutto il sistema sanitario nazionale, che non perderà più ogni anno oltre dieci miliardi di euro per effetto delle cause di risarcimento. Effetto importante sarà l’aumento della qualità e dell’efficacia delle prestazioni sanitarie negli ospedali italiani, a tutto vantaggio dei pazienti. Una soddisfazione enorme anche per l’Acoi che per anni si è impegnata nelle sedi istituzionali per sollecitare l’approvazione di questa legge. La dimostrazione che le società scientifiche svolgono un ruolo di cerniera fondamentale sulle grandi questioni di interesse collettivo».
«L’approvazione del disegno di legge sulla sicurezza delle cure e la responsabilità professionale da parte della Camera rappresenta un chiaro segno che la capacità politica e di Governo possono risolvere problemi apparentemente insormontabili. I radiologi italiani plaudono alla grande fatica di Federico Gelli e al lavoro svolto in questi mesi dai senatori della Commissione Sanità. Volontà e dialogo hanno reso possibile questo passo legislativo, fondamentale per risolvere un problema in campo da venti anni e ristabilire una serena relazione medico-paziente. I temi della riservatezza degli audit, del tetto agli indennizzi, e della extracontrattualità, per citarne solo alcuni, rappresentano una conquista di civiltà. La legge è un punto di arrivo ma apre anche numerosi cantieri dando la possibilità alla categorie professionali e ai cittadini di essere veramente protagonisti del proprio futuro e di una buona sanità. Senza più alibi per nessuno». È il commento di Corrado Bibbolino, Segretario nazionale Area Radiologica alla notizia dell’approvazione da parte della Camera del Ddl sulla Responsabilità professionale.
«Una bella giornata per tutta la sanità e i medici, che saranno liberi di lavorare e confrontarsi con i propri assistiti anziché incrociare le armi con gli avvocati». Così il segretario nazionale della Fimmg, Silvestro Scotti, commenta l’approvazione in via definitiva alla Camera della legge sulla responsabilità professionale degli operatori sanitari. «Un’ottima legge che se da un lato consentirà ai medici di lavorare più serenamente secondo scienza e coscienza, dall’altro offre maggiore tutela e certezza del risarcimenti ai cittadini. Sia perché, confermando una giurisprudenza già consolidata, la legge definisce di natura extracontrattuale il rapporto tra il medico di famiglia e il suo assistito, che potrà così ottenere il risarcimento dal soggetto economicamente più solido, ossia la Asl. E sia perché il testo fa esplicito riferimento all’obbligo di utilizzare obbligatoriamente le tabelle che quantificano i risarcimenti, che il Governo ha assicurato voler rapidamente integrare ed aggiornare. L’aver poi escluso la colpa grave nel caso siano rispettate linee guida e buone pratiche assistenziali, consentirà ai medici di lavorare con più serenità, senza ricorrere a quella medicina difensiva, che produce inappropriatezza e sprechi», aggiunge Scotti.
«Anche se –prosegue – restiamo convinti che il miglior modo per contrastare il boom delle cause sanitarie sia lavorare al consolidamento del rapporto fiduciario medico-paziente, che mal si concilia con prescrizioni dettate più dalle ragioni del risparmio a tutti i costi che dalle evidenze scientifiche. Peraltro in continua evoluzione. Il basso indice di contenzioso vantato dai medici di famiglia dice che questa è la strada da seguire. Magari – conclude Scotti- facendo uscire dalle secche il rinnovo della nostra convenzione, che deve essere una opportunità di promozione e incentivazione della piena presa in carico dei pazienti da parte dei medici di medicina generale».
Il Sole 24 Ore sanità – 1 marzo 2017