Spazio anche alle spese veterinarie tra le voci mediche riportate nella dichiarazione precompilata dei redditi 2016. Ma, come chiarisce la risoluzione 24 delle Entrate, non è necessario conservare la prescrizione medica ai fini della detrazione, essendo sufficiente lo scontrino “parlante”. In pratica è possibile detrarre dall’Irpef il 19% delle spese veterinarie sostenute nell’anno, fino a un importo massimo di 387,34 euro per la parte che eccede la franchigia di 129,11 euro, come recita la circolare 207 del 2000.
Il limite di detraibilità è unico per tutte le spese veterinarie sostenute, indipendentemente dal numero di animali posseduti. La possibilità di portare in detrazione tali esborsi, prosegue la risoluzione, è inoltre limitata alle sole spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva, mentre non sono detraibili le spese per la cura di animali destinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare e di animali di qualunque specie allevati o detenuti nell’esercizio di attività commerciali o agricole, né in relazione ad animali utilizzati per attività illecite.
La risoluzione fa infine chiarezza sulle singole voci di spesa che non possono usufruire della detrazione. In particolare, ne sono escluse le spese per mangimi speciali e per antiparassitari perché tali prodotti non sono classificati come farmaci veterinari dal ministero della Salute.
Il sile 24 Ore – 28 febbraio 2017