Primo round turbolento tra gli assessori regionali riuniti a Roma per discutere i criteri del riparto definitivo del Fondo sanitario nazionale, cioè le risorse che ogni anno lo Stato assegna alle regioni per la prevenzione e la cura dei cittadini. In ballo ci sono 113 miliardi: «Siamo alle solite», sbotta Luca Coletto che al tavolo rappresenta il Veneto «prima tante belle parole sui costi standard, poi, quando si tirano le somme, in troppi fanno appello alla spesa storica, cioè ai costi del passato, e invocano ripiani ai bilanci dissestati. Avrei preferito restare a Venezia, a seguire il convegno sui Pfas, un versante sul quale stiamo lavorando con il massimo delle energie scientifiche e delle risorse materiali disponibili».
Nel dettaglio, la sanità veneta richiede un aggiornamento «ragionevole» rispetto al budget ricevuto nel 2016 (8,6 miliardi) e si dice disponibile a versare un contributo di solidarietà alle regioni meridionali dissestate – anche nell’ordine di qualche decina di milioni – purché non si traduca nel taglio lineare, indifferenziato, dei fondi rispetto ai servizi effettivamenterogati ai cittadini. Sulla stessa linea, i rappresentanti di Lombardia e Liguria. A sbloccare l’empasse, oggi, ci proverà Luca Zaia, atteso alla conferenza dei governatori.
Il Mattino di Padova – 23 febbraio 2017