Lo spettro dell’influenza aviaria continua a far paura agli allevatori di Gazzo e dei Comuni limitrofi. Dopo i 42mila tacchini soppressi nei giorni scorsi in un allevamento di Roncanova perché infetto dal virus AH5, dovranno essere infatti abbattuti altri ottomila capi in una azienda agricola situata a Maccacari, a circa due chilometri e mezzo di distanza dal focolaio dell’infezione. In questo caso però, è bene precisarlo, si tratta di un provvedimento di carattere preventivo adottato dall’Unità di crisi per l’influenza aviaria attivata dalla Regione Veneto con lo scopo di combattere il più possibile l’insorgere e il diffondersi della malattia.
Ieri mattina, il sindaco Andrea Vecchini ha firmato un’ordinanza nella quale prescrive l’abbattimento urgente degli ottomila tacchini in questione come prescritto dai vertici regionali. «Nell’allevamento di Maccacari», spiega il primo cittadino, «non è presente l’influen za aviaria ma la Regione ha stabilito che per precauzione si debbano sopprimere tutti i capi di tacchini allevati nel raggio di tre chilometri dal focolaio principale. Quindi siamo costretti ad imporre l’eliminazione di tutti gli animali nonostante ad oggi risultino sani». L’ordinanza emanata da Vecchini è stata consegnata al proprietario dell’allevamento, il quale si è mostrato incredulo nel vedersi costretto ad uccidere tutti i suoi capi a puro scopo preventivo. Una ditta incaricata dall’Ulss 9 provvederà quindi al ritiro e allo smaltimento delle carcasse di tutti i tacchini come previsto dalla normativa vigente. La sorveglianza sanitaria sarà affidata ai tecnici Servizio veterinario di sanità animale dell’Ulss 9 Scaligera di Legnago: gli stessi che nei giorni scorsi avevano operato nell’allevamento infetto di Roncanova.
Il provvedimento di abbattimento preventivo sta comunque preoccupando notevolmente tutti i proprietari di allevamenti presenti nella zona. Nessuno di loro era a conoscenza della normativa che obbliga la soppressione anche dei tacchini allevati in capannoni posizionati nel raggio di tre chilometri da un sito infetto da aviaria. Il timore, perciò, è che si verifichi un eventuale secondo focolaio in quest’area – una zona in cui nell’arco di un solo anno vengono allevati oltre un milione di volatili – poiché implicherebbe l’uccisione centinaia di altre migliaia di capi anche se negativi alle analisi del temibile virus A H5. Con l’effetto di mettere in ginocchio l’economia di un vasto territorio. In tutta la Bassa, comunque, è stata attivata la massima allerta sanitaria, in particolare per impedire che polli e tacchini possano venire in contatto con altri volatili selvatici. Questi ultimi, infatti, sono risultati spesso il vettore principale per la trasmissione della malattia. Sul fronte della salute umana, tuttavia, i pericoli di contagio sono praticamente ridotti a zero poiché ad oggi non risultano casi di trasmissione del vi rus da volatili all’uomo. Il consumo delle carni avicole, sottoposto a una serie di rigidi controlli sanitari, risulta quindi totalmente sicuro e non si corre alcun pericolo.
L’Arena – 22 febbraio 2017