Il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps ha bocciato il bilancio preventivo 2017 dell’istituto che eroga le pensioni degli italiani per «carenze rilevanti ». È la prima volta che accade da quando esiste il Civ (1994), organo interno al quale compete per legge il voto sui conti.
E «con numeri imponenti », nota la leader Cgil Susanna Camusso: 10 contrari (praticamente tutti i sindacati compatti), 7 astenuti (tra cui il rappresentante degli imprenditori) e solo un favorevole, a nome del ministero vigilante del Lavoro. Un fatto senza precedenti. E un segnale politico, più che di merito (la querelle sui contributi inesigibili e il patrimonio immobiliare), al presidente Inps Boeri. «Nessun allarme, le prestazioni sono garantite dallo Stato, le motivazioni del Civ sono strumentali», rassicura Gabriella Di Michele, direttore generale dell’ente. E in ogni caso, come prevede la legge, il ministero del Lavoro può intervenire in caso di dissenso e chiudere lo stesso il bilancio. «Nessuna conseguenza sui cittadini, nessun problema su stabilità e sostenibilità del sistema italiano », si affretta a precisare anche il ministro Poletti. Ma il punto è un altro. E lo sollevano Cgil, Cisl e Uil proprio a Poletti, durante il previsto incontro sulle pensioni: «La governance dell’Inps non funziona, apriamo un tavolo di confronto». E il ministro, a sorpresa, lo concede. «C’è un problema di gestione e di qualità delle relazioni», dice Camusso (Cgil). «L’uomo solo al comando non va bene», incalza Barbagallo (Uil). «Sono tre anni che chiediamo una riforma dell’Inps, le fughe in avanti non servono a nessuno», insiste Furlan (Cisl). Indiziato numero uno: il presidente Boeri.
I suoi oppositori interni fanno capire che anche collegio dei sindaci e Corte dei conti segnalano problemi contabili, dati in peggioramento, ma soprattutto una riorganizzazione – quella fortemente voluta da Boeri non conforme alle regole, specie per gli incarichi dirigenziali, vero cuore dello scontro in atto. «La situazione peggiora di giorno in giorno, il sistema non regge, il Civ non ha peso alcuno», rivela una fonte interna. E così «il più grande ente previdenziale d’Europa è nelle mani di uno solo ». Una situazione critica.
Repubblica – 22 febbraio 2017