«Sotto il pavimento, a volte, si trovano delle sorprese». Una premessa, quella usata dal governatore del Veneto Luca Zaia, per annunciare una massiccia campagna di carotaggi alla Miteni di Trissino: settemila fori per ispezionare il terreno almeno fino a dieci metri di profondità.
Con una delibera firmata quindici giorni fa, la giunta regionale ha dato mandato all’Arpav di esaminare i 76mila metri quadri sui quali sorge l’azienda chimica ritenuta responsabile di aver sprigionato nel passato le sostanze inquinanti perfluoroalchiliche nella falda acquifera tra Vicenza, Padova e Verona. «Contro i Pfas abbiamo i filtri che stanno lavorando, stiamo facendo i monitoraggi sulla popolazione e abbiamo portato in procura un bancale d’incartamenti, adesso vogliamo fare chiarezza su cosa c’è sotto l’area della Miteni» ha annunciato ieri il presidente veneto proprio da Trissino, a margine del sopralluogo al bacino di laminazione.
«Abbiamo dato mandato ad Arpav di fare quello che nessuno ha pensato di fare – ha spiegato Zaia – una campagna di monitoraggio del sottosuolo nei quasi 7 ettari della Miteni con un carotaggio ogni cento metri quadrati fino a una decina di metri, per avere un quadro certo della situazione. Per entrare in un’azienda privata servono autorizzazioni, quindi Arpav si metterà in contatto con la procura, a meno che da parte del privato non ci sia una piena e totale disponibilità». E, nell’arco di qualche ora, Miteni si è detta pronta ad aprire le porte.
«Vogliamo confermare al presidente Zaia che Miteni continuerà a collaborare con le istituzioni per ogni approfondimento o accertamento riguardante la caratterizzazione dei terreni – è stata la risposta –. Dal 2014 l’azienda ha realizzato, sotto al supervisione e indicazione di Arpav, oltre 70 carotaggi per analizzare il terreno dello stabilimento e altri 16 carotaggi all’esterno dell’impianto, secondo un piano di valutazione condiviso con l’agenzia regionale».
La Regione vorrebbe che il piano di caratterizzazione dell’area (sia interna che esterna) della Miteni fosse fatto con celerità, ma non ha stanziato una cifra precisa, in quanto sarà l’Arpav ad occuparsi anche dell’aspetto economico (con i fondi dati dall’ente).
È stato proprio un recente controllo della Miteni a far rinvenire sull’argine del torrente Poscola alcune scorie, probabilmente risalenti agli agli anni ’70. Ed in parallelo al ritrovamento di quel materiale c’è stata un’accelerazione dell’inchiesta della procura di Vicenza, che ha indagato nove tra ex ed attuali manager dell’azienda di Trissino.
Intanto, dall’opposizione arrivano critiche alla Regione per il maxi carotaggio: «Quello di Zaia è un ritardo inaccettabile – attaccano i consiglieri del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti e Manuel Brusco -. Il suo è un atto dovuto, ora attendiamo con interesse i risultati dei carotaggi».
Nel frattempo tra domani e giovedì all’ospedale civile di Venezia si terrà un simposio internazionale sui Pfas, organizzato dalla Regione con esperti e scienziati di rango internazionale.
Elfrida Ragazzo – Il Corriere del Veneto – 21 febbraio 2017