Giovedì sera la conferma da parte dell’istituto zooprofilattico delle Venezie: c’è il virus, il temuto H5N8. Ieri le ore convulse negli uffici dell’Usl, con il sindaco che, sentita la Regione, decreta il sequestro dell’azienda agricola. Con l’influenza aviaria non si deve perdere tempo. Oggi ci sarà l’abbattimento, con numeri da record per quanto riguarda la provincia di Verona: 45mila tacchini.
Il provvedimento riguarda un allevamento di Gazzo Veronese, situato non lontano dal confine con il comune di Ostiglia, in Lombardia. La conferma arriva sia dall’autorità sanitaria locale che dall’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto. «L’abbiamo appreso in mattinata – ha detto ieri – stiamo monitorando la situazione, ma per quei capi l’unica soluzione risulta essere l’abbattimento, il rischio che si propaghi il virus è molto elevato».
Una tegola per i proprietari: poche persone che gestiscono un’azienda a conduzione familiare. Secondo le prime verifiche dei veterinari, la contaminazione sarebbe avvenuta, infatti, in modo del tutto fortuito, probabilmente il virus sarebbe transitato tramite degli animali selvatici, durante la migrazione. «C’è questa ipotesi – fa sapere il sindaco Andrea Vecchini – così come che abbia potuto influire la vicinanza alle aree verdi con molte specie selvatiche (l’oasi del Busatello, ndr) oppure che la trasmissione sia avvenuta a causa del passaggio di camion che trasportano avicoli». Il virus è stato rintracciato solo in uno dei capannoni che compongono l’allevamento, ma non di meno sarà necessario abbattere l’intera popolazione. È la prassi, spiegano gli esperti. L’unico modo per evitare la propagazione del virus. «L’H5N8 non è pericoloso per gli esseri umani – fa sapere Fabrizio Cestaro, dirigente dei servizi veterinari dell’Usl Scaligera – ma si trasmette velocemente di animale in animale. La mortalità è altissima: prima gli esemplari smettono di mangiare, poi muoiono d’inedia, anche al ritmo di centinaia al giorno». Ecco perché la soluzione d’emergenza è anche quella più radicale, com’è successo, del resto, di recente nel Padovano e nel Veneziano. A Verona occorre andare indietro fino al 2009 per ricordare un abbattimento che si avvicini a queste entità, quando furono abbattuti a Nogarole Rocca 32mila tacchini. «La provincia vanta il 15% della produzione avicola nazionale e il 40% dei tacchini – prosegue Cestaro – se il virus si diffonde rischia un intero settore».
Coletto rileva che il caso, pur se sfortunato, «ha confermato che il sistema preventivo funziona: non c’è stato nessun contagio tra allevamento e allevamento, ma solo una diffusione casuale del virus». Quello di Gazzo non è l’unico focolaio in zona. Preoccupa anche quello rilevato a Mozambano, a pochi chilometri da Valeggio sul Mincio. Una situazione che ha fatto scattare alcune misure di prevenzione anche nel Veronese, con l’individuazione di una zona di protezione, a ovest della località Monte Magrino (comune di Valeggio) e una più ampia zona di sorveglianza, che coinvolge i comuni di Castelnuovo, Lazise, Peschiera, Sommacampagna e Sona: nella prima si attuerà l’isolamento del pollame, nella seconda saranno in vigore divieti temporanei per quanto riguarda la movimentazione dei capi.
Davide Orsato – IL Corriere di Verona – 18 febbraio 2017