Il cumulo previdenziale gratuito per i professionisti è stato al centro di un incontro tra il ministero del Lavoro e l’Adepp, l’associazione che rappresenta le Casse di previdenza dei professionisti. L’incontro, chiesto da Adepp a Lavoro ed Economia, i due ministeri che vigilano sull’attività degli enti di previdenza privati, era stato sollecitato per parlare di cumulo previdenziale, rottamazione dei ruoli e investimenti agevolati nel sistema paese.
«Sul cumulo – racconta il presidente Adepp Alberto Oliveti – è stato chiarito che l’ente erogatore è l’Inps, mentre le spese di istruttoria restano in capo alla Cassa o alle Casse se sono più di una» e aggiunge «È emersa subito la necessità di un confronto con l’Inps per avere un dimensionamento del fenomeno». Quantificare la platea dei potenziali interessati è determinante perché, se grazie al cumulo ci sarà un sensibile aumento dei pensionati andranno rivisti i bilanci attuariali secondo i nuovi dati. Insomma per le Casse, chiamate per legge a garantire una stabilità di lungo periodo (con bilanci in equilibrio a 30 anni con proiezioni fino a 50 anni), il fenomeno cumulo potrebbe mettere in crisi gli attuali equilibri. Un rischio che è possibile quantificare solo alla luce delle informazioni condivise tra Inps ed enti privati. Una volta noti i numeri – in un incontro tecnico con l’Inps che dovrà essere fatto a breve – le Casse potranno, insieme ai ministeri vigilanti, entrare nel merito di quali regole applicare al cumulo gratuito e di come trattare le ricongiunzioni incorso .
Data l’assenza del ministero dell’Economia non si è parlato, se non marginalmente, di rottamazione dei ruoli. La questione è molto sentita dal sistema Casse che, in assenza di chiarimenti, porta avanti interpretazioni diverse. Di recente la Cassa forense ha comunicato agli iscritti la possibilità di rottamare le cartelle. Di opposto avviso la Cassa dei commercialisti che ha diffidato Equitalia dall’accettare richieste in questo senso.«La norma parla letteralmente di “contributi dovuti dalle Casse di previdenza” e non alle Casse – ricorda Oliveti- inoltre l’impatto che questa legge ha sui nostri bilanci si scontra con la recente sentenza della Corte Costituzionale che riconosce la nostra autonomia gestionale, per chiarire questi punti è necessario un confronto con l’Economia».
Ultimo tema sul tavolo – anche questo rimandato in attesa del Mef – riguarda la detassazione dei rendimenti degli investimenti fatti nell’economia reale del Paese , entro il tetto del 5% del patrimonio, e la soppressione del vecchio credito d’imposta. L’agevolazione – introdotta con la legge di bilancio per il 2017 – sostituisce il precedente credito d’imposta ex legge 190/2014, che si è dimostrato macchinoso e di incerta applicazione. «Vorremmo chiedere al Mef – anticipa Oliveti – cosa si intende per economia reale, qual è il perimetro su cui calcolare la cifra globale, se la somma investita o quella richiamata, e come devono comportarsi le Casse che hanno fatto investimenti per accedere al vecchio credito d’imposta ora soppresso».
Federica Micardi – Il Sole 24 Ore – 17 febbraio 2017