«Dall’Azienda Zero a zero assunzioni, zero autorizzazioni, zero ospedali di comunità, zero medicine di gruppo». Ironizza sul numero il Partito Democratico, per denunciare «la paralisi del sociale dopo la riforma del sistema sanitario regionale voluta da Luca Zaia», come sintetizza il capogruppo veneto Stefano Fracasso. La forza di opposizione accusa in particolare la giunta di aver approvato una delibera che, senza passare per la commissione e per il consiglio (aprendo fra l’altro un caso nella Lega Nord), «blocca l’attivazione dei posti letto e sei servizi nelle strutture intermedie territoriali, dopo che i gestori hanno già avviato gli investimenti».
L’elenco snocciolato dal Pd è lungo e articolato, con la descrizione dello stallo in cui versano i progetti nelle singole Usl. Euganea: ospedali di comunità di Cittadella e Camposampiero, casa di riposo Bonora, Craup di Piove di Sacco, Ira di Padova. Berica: nucleo vegetativo Salvi, rinnovo di undici psicologi tra cui due nel carcere. Serenissima: comunità alloggio disabili di Noale, Rsa disabili, centro servizi residenziali per non autosufficienti e centro diurno per disabili di Mira, comunità alloggio di salute mentale di Campagna Lupia. Scaligera: ospedali di comunità di Tregnago, centro servizi per anziani Le Betulle di Verona, Pia Opera Ciccarelli di San Giovanni Lupatoto. Marca Trevigiana: ospedali di comunità dell’Israa di Treviso e dell’ex ospedale di Ormelle. Polesana: 107 posti letto ad Adria, Trecenta e Rovigo.
Secondo i dem, lo stop rischia di continuare almeno fino a fine anno. «Zaia prende in giro i veneti, promettendo 1.290 posti letto negli ospedali di comunità che invece non ci sono e trattenendo inspiegabilmente 132 milioni nel riparto provvisorio per il 2017 invece di distribuirli alle Usl per potenziare il territorio», attacca Claudio Sinigaglia. «Vogliono riportare il Veneto indietro di quarant’anni, demolendo l’impianto socio-sanitario che è sempre stato un modello di eccellenza, oltretutto nella convinzione che un’azienda con un milione di abitanti possa contare sulle stesse risorse assegnate a una di duecentomila», aggiunge Bruno Pigozzo. «Questa visione centralizzatrice è preoccupante, perché non fa chiarezza sulla distribuzione delle quote sanitarie per garantire l’assistenza agli anziani nelle case di riposo e sui finanziamenti da erogare alla medicina di gruppo», concorda Francesca Zottis.
Il sostegno alle iniziative-ponte tra ospedale e territorio, per il Pd, permetterebbe anche di decongestionare i Pronto Soccorso. «Ma evidentemente Zaia preferisce continuare a considerare la sanità un terreno di propaganda politica», punge Graziano Azzalin. «Con conseguenze paradossali, come quella di perdere il contributo di 320.000 euro della Fondazione Cariverona, che l’aveva promesso per l’entrata in esercizio dell’ospedale di comunità che invece rimane sulla carta», lamenta Orietta Salemi.
Per il momento Palazzo Balbi preferisce non replicare alle critiche, limitandosi a ribadire che il riparto definitivo delle risorse per il settore sociosanitario verrà definito a breve, con l’affinamento dell’Azienda Zero. «La verità — ribatte Fracasso — è che la giunta Zaia non crede alla seconda gamba della riforma sanitaria: pensa solo alle nuove Usl, guardando con sospetto al sociale e al territorio».
Corriere Veneto – 18 febbraio 2017