La delibera era passata quasi inosservata, tra le pieghe del Bur. Ma la notizia che la giunta regionale ha deciso di ripristinare la figura dei vicesegretari degli assessori, ancorché «per la sola legislatura in corso» ma comunque con una spesa di 154.100,4 euro l’anno, ha rinfocolato le polemiche a Ferro Fini. Ieri in commissione Bilancio è andato all’attacco va in particolare il Partito Democratico, contestando proprio questo nuovo esborso.
Il provvedimento era stato approvato ancora a dicembre, nell’ambito del Collegato alla legge di Stabilità, ma era stato definito nei dettagli a gennaio, attraverso una deliberazione portata al voto da Gianluca Forcolin, titolare del Bilancio. Il testo prevede che lo stesso vicegovernatore, il presidente Luca Zaia e ciascun assessore possano nominare il «vicario del responsabile di segreteria», una sorta di «assistente dell’assistente» dicono a Palazzo. «È inammissibile che in tempi di crisi — ha tuonato il vicecapogruppo dem Piero Ruzzante — Zaia e la sua giunta garantiscano aumenti di stipendio fino a 11mila euro lordi per i vicesegretari degli assessori, ripristinando una figura che era stata abolita nel 2012».
La forza di opposizione aveva già provato a bloccare l’operazione. «Attraverso un nostro subemendamento — ha ricordato Ruzzante — abbiamo ottenuto che questo personale non potesse essere aggiuntivo e che la norma non prevedesse ulteriori oneri. Nonostante ciò abbiamo comunque votato contro il provvedimento perché è uno schiaffo a troppa gente. Con migliaia di lavoratori in cassa integrazione, oltre 14 mila aziende che hanno licenziato nell’ultimo trimestre dello scorso anno, gli stipendi della sanità tra i più bassi d’Italia e il mondo del sociale che lamenta difficoltà sempre maggiori, non è ammissibile che il presidente Zaia stabilisca un aumento di 11 mila euro, più premi (pari al 15%, ndr. ), per i vicesegretari degli assessori».
La maggioranza ha difeso la scelta affermando che la dotazione per la giunta era stata ridotta «di almeno un terzo» e che i vicesegretari tornano «in via transitoria».
Il Corriere del Veneto – 9 febbraio 2017