La riduzione del deficit italiano «è indispensabile» dice il commissario Ue Pierre Moscovici. L’aggiustamento dei conti pubblici «è indispensabile» dice il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Nonostante Bruxelles si attendesse un maggior dettaglio delle misure, la manovra di correzione del disavanzo 2017 si farà, e sarà della misura chiesta dalla Commissione. Forse serviranno nuovi incontri con Padoan, oltre «ai forse cinquanta che ho già avuto con lui», nota Moscovici, ma la possibilità che la Ue apra una procedura di infrazione contro l’Italia sembra più lontana.
«Sarebbe estremamente allarmante, comporterebbe costi ben superiori» a quelli della manovra, ribadisce Padoan fornendo in Parlamento qualche dettaglio in più sulla correzione dei conti rispetto a quanto scritto nella lettera inviata mercoledì a Bruxelles. «La riduzione dell’indebitamento netto strutturale sarà di 0,2 punti di prodotto interno lordo», esattamente quanto chiedeva la Ue, dice Padoan, senza fornire alcuna cifra in termini assoluti.
La riduzione della spesa coprirà un quarto della manovra, sarà «selettiva» e riguarderà per il 90% «i consumi della pubblica amministrazione». Il resto dei tagli arriveranno da una sforbiciata ai crediti di imposta, «non alle agevolazioni fiscali». Quanto alle nuove entrate, «un miliardo — spiega Padoan — è atteso dal rafforzamento di misure contro l’evasione che si sono mostrate già efficaci». In particolare l’inversione contabile dell’Iva, il «reverse charge», e l’autoliquidazione della stessa imposta, lo «split payment», grazie al quale oggi lo Stato versa direttamente a se stesso l’Iva sugli acquisti di beni e servizi, un meccanismo che potrebbe essere esteso alle società pubbliche. Sono invece «esclusi» interventi sulle aliquote Iva e l’«estensione ai fini della manovra della voluntary disclosure», l’autodenuncia dei redditi all’estero nascosti al fisco. Nessun accenno, invece, al possibile aumento delle accise, menzionato nella lettera alla Commissione, e contestato dal presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, esclude da parte sua interventi sulle pensioni e conferma la partenza a maggio dell’Ape, l’anticipo previdenziale.
Le misure annunciate dal governo «saranno adottate al più tardi a fine aprile», aggiunge il ministro dell’Economia, quando sarà pubblicato il Documento di economia e finanza con il Programma di Stabilità da trasmettere alla Ue, «ma stiamo valutando di vararne alcune prima». La correzione dei conti si inserirà nel quadro di una politica economica fatta di «tagli di spesa, rilancio degli investimenti e riforme», «tesa a consolidare la crescita». E non pregiudicherà la spesa necessaria per far fronte all’emergenza terremoto. Ieri il governo ha varato un nuovo decreto, che comporta spese, dice il premier, Paolo Gentiloni, «per alcune centinaia di milioni». Ma il governo sa già, lo ha scritto a Bruxelles e Padoan lo conferma in Parlamento, che per quest’anno sarà necessario stanziare più di un miliardo per sostenere la popolazione colpita dal sisma e finanziare la ricostruzione.
M. Sen. – IL Corriere della Sera – 3 febbraio 2017