L’altra mattina, in via Vaccara a Bergantino, i vigili del fuoco sono intervenuti per estirpare un nido di vespe che poi è stato portato all’istituto zooprofilattico di Padova. Lì gli insetti verranno studiati perché si tratta della specie vespa velutina, originaria del sud est asiatico, considerata pericolosa perché si nutre di api. La segnalazione del nido è stata fatta da alcuni apicultori che hanno lanciato un grido d’allarme.
È da qualche mese che la vespa velutina, anche detta ‘calabrone asiatico’, viene avvistata nella zona. Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’economia agraria (Crea) spiega che «oltre a cacciare direttamente le api all’ingresso dell’arnia, impedisce loro di uscire per raccogliere nettare e polline, indebolendo anche le colonie che rischiano di morire». In Francia è ritenuta la causa del calo del 50 per cento degli alveari di api. Avanza a ritmo di circa 100 chilometri l’anno.
La prima registrazione di questi insetti risale al 2005, è stata accidentalmente introdotta nella zona meridionale della Francia. Da lì si è diffusa in Spagna, Portogallo, Belgio e anche in Italia. Può raggiungere anche i 50 millimetri di lunghezza. Come le comuni vespe, che sono diffuse in tutta Europa, è dotata di un pungiglione e presenta un comportamento molto aggressivo anche nei confronti dell’uomo. Secondo gli entomologi la sua pericolosità, per gli uomini e i mammiferi in generale, va paragonata a quella delle altre vespe europee. Diversa è invece la sua pericolosità per le api, di cui appunto si nutre, soprattutto per quanto riguarda le specie europee. Pur essendo un abilissimo predatore di api nel suo territorio di origine, è in Europa che questo imenottero riesce a minare seriamente l’esistenza delle comunità apiarie provocando così grandi danni agli allevatori e al settore. Le specie apiarie del sud est asiatico hanno adottato infatti dei comportamenti che sono validi per combattere questo loro predatore naturale, comportamenti che sono invece per il momento sconosciuti alle api europee. Esiste anche una mobilitazione on line contro questi insetti su www.stopvelutina.it. I gestori del sito spiegano cosa fare quando vengono individuati nidi: «Da ogni nido di velutina potrebbero nascere, l’anno successivo, altre 30-40 colonie. Metti delle trappole anti-vespa. Posizionale vicino a casa e sei un apicoltore, attorno agli alveari, le trappole zuccherine attirano gli adulti di calabrone. D’estate non servono, perché le vespe non sono molto attirate dagli zuccheri. Il momento migliore per posizionare trappole è la primavera, quando cominciano a volare le regine che vogliono fondare una colonia. Oppure alla fine dell’estate o l’inizio dell’autunno, quando le trappole intercettano le nuove regine appena nate». Vengono date anche informazioni per trovare le trappole.
Gli insetti si stanno diffondendo in Veneto ed Emilia. Gli esperti: «A primavera il pericolo sarà maggiore»
Allarme sugli spostamenti della Vespa velutina, o calabrone asiatico, pericoloso insetto alieno predatore di api e altri impollinatori, che, dopo la penetrazione in Liguria di ponente, dove è apparsa nel 2012, e Piemonte meridionale e centrale (in provincia di Cuneo e Torino), si sta ora spingendo sempre più verso il Veneto, la Lombardia e l’Emilia. Comparsa in Europa per la prima volta nel 2004 in Francia, la Vespa velutina è stata responsabile, secondo i dati forniti dalla Francia stessa, della perdita di alveari pari al 50% con un avanzamento potenziale di 100 chilometri l’anno. «Oltre a cacciare direttamente le api all’ingresso dell’arnia, il calabrone impedisce loro di uscire per raccogliere nettare e polline, indebolendo in questo modo anche le colonie che rischiano di morire» sottolineano gli esperti. Purtroppo ora è tardi per mettere in piedi una squadra che individui ed eradichi i nidi. In questa stagione, infatti, i nidi sono già spopolati e le regine delle vespe, già fecondate dai maschi, stanno iniziando il periodo di svernamento in attesa di fondare una nuova colonia. A primavera la popolazione di calabroni potrebbe aumentare esponenzialmente.
Il Resto del Carlino – 30 gennaio 2017