Bovini, suini, polli e ovini: quale di questi allevamenti ha il primato? Alla domanda ha risposto un articolo sul numero di dicembre-gennaio della rivista Valori, soprattutto per quanto riguarda il mercato statunitense. L’idea che negli USA gli allevamenti con il numero di capi più abbondante siano quelli di bovini è un mito del nostro immaginario collettivo che da tempo non trova riscontro nei fatti. Prima sono stati infatti i polli a superare – in numero – mucche e vitelli e ora è il turno del maiale.
L’allevamento intensivo di suini ha avuto un forte impulso negli Stati Uniti a partire già dal 1952. Questi capi sono destinati al consumo domestico, alla grande ristorazione e all’esportazione. La produzione di manzo invece è ai suoi valori più bassi da circa 20 anni. Il successo della carne di maiale negli Stati Uniti è iniziata nel 2014, arrivando a 70,9 milioni di capi “di cui quasi 65 milioni destinati al mercato della carne, ovvero il 2% in più rispetto al primo settembre di un anno fa, e ben il 4% oltre il numero di capi contati al primo giugno 2016”.
In Italia? Come si evince dall’infografica, polli e conigli sono gli animali più diffusi nel 2015 seguiti da suini e bovini in ultima posizione. A livello regionale, la Lombardia è la regione con più mucche e con la metà dei maiali di tutto lo stivale. Il Veneto, invece, alleva più polli, conigli e tacchini.
Il Fatto alimentare – 27 gennaio 2017