Il messaggio è chiaro, sottoscritto da sindacato, dipendenti e consiglieri regionali: la riorganizzazione della neonata Usl 6 deve essere preceduta dalla risoluzione dei problemi e delle carenze ereditate dall’Usl 17.
Il richiamo è arrivato ieri nel corso dell’assemblea organizzata dalla Cgil in ospedale a Schiavonia. Una settantina di dipendenti hanno partecipato all’evento, dedicato in particolare all’entrata in vigore della legge regionale 19/2016 che, tra le altre cose, ha previsto l’istituzione dell’Azienda Zero e l’unificazione delle Usl 15, 16 e 17 in un’unica Usl, la 6 Euganea. «L’ospedale di Schiavonia registra una pesante carenza di professionisti che paralizza interi reparti, come nel caso degli anestesisti o dei nefrologi» hanno sottolineato dalla Cgil «Oppure si pensi alla mancanza di operatori e infermieri all’ospedale di Conselve, alla Geriatria ancora chiusa per la mancanza di medici, fino all’ultima chicca: personale di pronto soccorso che si presta a fare lo “steward”, figura tanta pubblicizzata da Zaia in campagna elettorale, perché la convenzione con i volontari della Croce Rossa non è stata rinnovata. Non parliamo, poi, della mancata attivazione di posti letto, con casi di anziani costretti a rimanere in barella anche 15 ore. E la causa è sempre la stessa: mancanza di personale». Particolarmente critici verso la legge regionale e contro alcune situazioni dell’ex Usl 17 sono stati i consiglieri regionali Claudio Sinigaglia (Pd) e Maurizio Conte (Fare!). Il primo ha criticato la viabilità ancora insufficiente legata a Schiavonia, soprattutto in vista dell’avvio della Radioterapia, e ancora l’assenza di riferimenti “locali” a livello di dirigenza aziendale, la mancanza di idee chiare sugli ospedali di Este e Monselice, i 24 milioni in meno di trasferimenti regionali all’Usl 6 (rispetto a quelli raccolti nel 2016 dalle tre Usl). (n.c.)
IL MATTINO DI PADOVA – Giovedì, 26 gennaio 2017