“Sulla vicenda Pfas, Zaia continua a seguire una linea contradittoria e a dir poco morbida”. Ad affermarlo, in una nota, sono i Consiglieri regionali Cristina Guarda (Alessandra Moretti Presidente)e Andrea Zanoni (Partito Democratico). “Prima la Regione sforna i dati di un dossier sulle patologie materne e neonatali sostenendo la necessità di approfondimenti e subito dopo il Presidente dice che va tutto bene.
Sulla Miteni, l’azienda di Trissino ritenuta la principale responsabile della contaminazione, allontana ogni ipotesi di chiusura o allontanamento, ma manca di ricordare che comunque questo sito continua a produrre perfluoro-alchilici di catena corta i quali difficilmente vengono trattenuti dai filtri a carbone attivo che sono stati applicati per depurare l’acqua di scarico. Arriverà il giorno in cui Zaia la smetterà di barcamenarsi mettendosi fino in fondo a difesa dei cittadini?”.
“La Giunta regionale è rimasta troppo a lungo ferma al palo – continuano Guarda e Zanoni – con il risultato che non esiste alcuna pianificazione per le bonifiche e nessun progetto per la creazione di un nuovo sistema di rete degli acquedotti, in particolare per Lonigo, nonostante i servizi idrici abbiano presentato proposte nel passato. Solo ora, dopo 4 anni di ritardi e dopo che il governo ha stanziato 80 milioni di euro, la Regione tenta di fare regìa. Di questa paralisi preoccupano vari aspetti. Oltre a quello della salute dei cittadini, c’è quello economico. Infatti, i sistemi di filtraggio che consentono di bere l’acqua, installati dai servizi idrici, hanno costi non indifferenti: basti pensare alla società ‘Acque del Chiampo’ che spende ogni anno 100 mila euro dopo un investimento iniziale di quasi 2 milioni e mezzo di euro per la messa in sicurezza dell’impianto acquedottistico. Tutti costi che si traducono in rincari delle bollette, con aumenti che rispetto al 2013 potrebbero raggiungere anche l’8%. Non dovrebbe essere invece la Regione a farsi carico di queste spese, visto che è l’unica azione attivata a tutela dell’acqua?”.
“In relazione al caso Miteni – concludono Guarda e Zanoni – ricordiamo a Zaia che è in corso il riesame dell’autorizzazione ambientale da parte della Provincia di Vicenza, un riesame che prevede un tavolo di confronto, già attivato, con tutti i soggetti chiamati ad esprimersi su questioni ambientali, quindi Comune, Regione, Arpav, Genio Civile, Ulss, Ministero e il gestore del ciclo idrico integrato. Stupisce che Zaia, ancor prima dell’esito di questo riesame, tiri già le sue conclusioni ‘morbide’. Una cosa è certa: lo stesso sbandieratore dell’autonomia veneta ha ampiamente fallito, nel caso dei Pfas, proprio su uno dei principali terreni di competenza regionale, ovvero quello ambientale. Tante parole, ma i fatti stanno a zero”.
25 gennaio 2017