Anche Miteni chiede un tavolo regionale di confronto tecnico sui Pfas: «Stiamo assistendo allo stillicidio di indagini sanitarie parziali, siamo pronti a partecipare a un tavolo con il nostro bagaglio di conoscenza tecnica», dichiara l’amministratore Antonio Nardone. Continua a tenere banco il caso dei composti perfluoro-alchilici da cui risulta contaminata la falda acquifera fra Vicenza, Bassa Veronese e Bassa Padovana.
I 130 lavoratori della Miteni — l’azienda di Trissino produttrice nei decenni di queste sostanze, indicata da Arpav come fonte dell’inquinamento — con Cgil, Cisl e Uil ha chiesto alla Regione l’avvio di incontri con l’Arpav sull’emergenza sanitaria e ambientale «ma anche occupazionale, qualora l’industria chiudesse i battenti». Inoltre i dipendenti chiedono di essere inseriti nel piano di monitoraggio predisposto per i cittadini dei Comuni contaminati.
Miteni dal canto suo ricorda che da anni svolge analisi sui lavoratori dello stabilimento. «Lo studio ha documentato, analizzando per decenni centinaia di lavoratori, che non ci sono correlazioni tra alcuna patologia e le Pfas», dice Nardone.(a.a.)
IL Corriere del Veneto – 15 gennaio 2017