«Per far funzionare l’Usl Euganea è necessario assumere personale, definire accordi per le progressioni di carriera e liquidare i residui fermi da anni». È la richiesta dei sindacati della sanità in occasione del recente accordo tra i confederali regionali e la Regione su modalità, tempi e risorse per perseguire l’obiettivo di unificazione delle Usl.
«Abbiamo chiesto alla direzione di chiudere, nei tempi più brevi possibili, tutte le trattative sospese a causa dell’ingresso nell’Usl provinciale», spiega Giancarlo Go della Cgil. «Facciamo in particolar modo riferimento alla grave carenza di anestesisti, geriatri e nefrologi nella Usl 17, di oltre 3 milioni di euro mai liquidati alla dirigenza medica residui della vecchia direzione a guida di Francesco Benazzi nella Usl 15, di progressioni di carriera del comparto e del saldo del risultato alla dirigenza medica sempre nella Usl 17». «L’accordo non deve essere un limite, ma una garanzia», spiega Fabio Turato della Cisl. «Per analizzare le criticità derivanti dalla riforma abbiamo istituito un tavolo permanente. Tra i vari temi da affrontare c’è la difformità nella gestione dei servizi sociali delle tre Usl padovane: la 15, a differenza delle 16 e 17, ha completa delega da parte dei Comuni. Un altro aspetto su cui riflettere è la gestione della posta, dei documenti e dei protocolli». «È necessario affrontare il tema della mobilità», avverte Benito Ferraro, portavoce della Cimo di Padova, il sindacato dei medici ospedalieri. «Non si possono trasferire i singoli professionisti senza prima condividere precisi criteri. Se si decide che un ospedale deve avere l’eccellenza in una specialità, significa che al suo interno saranno convogliati alcuni dei più importanti specialisti. Spostare un singolo, che magari ha lavorato per anni in un’altra struttura, potrebbe far aprire contenziosi. Un altro importante aspetto da tenere in considerazione è che i sindaci dei 103 comuni coinvolti potrebbero non gradire che nel proprio territorio non si facciano più determinati interventi. Tra Alta e Bassa padovana ci sono oltre trenta chilometri: distanza non semplice da coprire». Grazie all’accordo, i contratti dei dipendenti sono bloccati fino a giugno 2017 con eventuale proroga a settembre: ciò significa che i lavoratori delle ex aziende sanitarie 15, 16 e 17 non vedranno cambiamenti in busta paga per qualche tempo. «La fusione delle tre aziende prevede la ridefinizione dei contratti dei dipendenti: un’operazione che desta preoccupazioni perché le risorse economiche sono distribuite diversamente», aggiunge Luigino Zuin della Uil. «L’Usl 15 ha riconosciuto al personale l’indennità per il vestiario, l’Usl 16 no. Sarà un bel problema rendere omogenee queste situazioni». (e.f.)
IL MATTINO DI PADOVA – Mercoledì, 4 gennaio 2017