L’anno scorso era iniziato con il commissariamento delle Usl 21 (Bassa Veronese) e 22 (Ovest Veronese), entrambe incorporate nella Usl 20. Dal primo gennaio di quest’anno, la Usl 20 ha incorporato le altre due (che diventano «distretti», ognuno con un proprio coordinatore sanitario) e cambiato nome: adesso si chiamerà Ulss 9 (precedentemente, il 9 identificava l’Usl di Mogliano Veneto; in provincia di Treviso).
È questo il primo effetto della legge regionale che ha riorganizzato le aziende sanitarie del Veneto, passate da 21 a 9: una per provincia, ad eccezione di Vicenza e Venezia, che ne hanno due. A questa va aggiunta l’«azienda zero», che gestirà la programmazione e gli acquisti. L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, che gestisce gli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma, mantiene un suo status autonomo, come quella di Padova e l’istituto oncologico veneto.
Per gli utenti non cambia nulla, se non appunto il nome, già evidenziato dal nuovo logo. Al momento, sono ancora attivi i siti web delle tre Ulss distinte, che presto verranno incorporati in un unico portale. Ma dall’effetto di questa razionalizzazione, ci si attendono nel tempo risparmi e migliori servizi, come spiegato ieri dal direttore generale della nuova maxi azienda Pietro Girardi (già direttore della 20 e commissario della 2i e della 22) e dall’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, affiancati dal direttore dei Servizi socio-sanitari Raffaele Grotta, dal direttore amministrativo Giuseppe Cenci e dal direttore sanitario Denise Signorelli. «Fin da subito – ha chiarito Girardi – vale il principio che si potrà andare nel punto sanitario più vicino alla residenza, non più in quello della propria Usl di competenza». Coletto ha quantificato i risparmi a regime, per l’intera sanità veneta, in 90 milioni di euro l’anno. «Con queste riforme – ha spiegato – eviteremo interventi a gamba tesa del governo».
La nuova Usl 9 conta sette ospedali pubblici (San Bonifacio, Marzana, Bovolone, Legnago, Bussolengo, Villafranca) e altrettanti privati (le cliniche Centro Riabilitativo Veronese, San Francesco, Villa Santa Chiara, Villa Santa Giuliana, Villa Garda, la Pederzoli di Peschiera e il Sacro Cuore di Negrar), per un totale di 2.175 posti letto (1.176 nel pubblico) di cui 512 in riabilitazione (287 nel pubblico).
La prima sfida per Girardi e il suo team sarà rendere lineare e omogenea un’azienda che nasce dalla fusione di tre entità molto diverse, per densità di popolazione (191 abitanti per kmq nel territorio della Usl 21 contro i 445 in quella della 20), offerta della sanità privata (preponderante nel territorio dell’Usl 22) e personale. In totale, i dipendenti della nuova Usl 9 sono adesso 5.771. Potrebbero esserci doppioni, specialmente nei ruoli tecnici e amministrativi, ma eventuali esuberi sono almeno in parte destinati a finire della nuova «Azienda zero», che nasce senza personale.
Nel corso dell’anno, l’obiettivo è rendere operativo il Centro Unico di Prenotazione (Cup) provinciale: chiamando un solo numero di telefono, si potranno prenotare visite e prestazioni specialistiche in tutti i presidi sanitari della provincia, compresi quelli dell’Azienda ospedaliera e quelli privati (come Negrar e Peschiera). «Oltre al Cup unico – ha assicurato Coletto – puntiamo a rendere operativo anche il fascicolo sanitario: con un click, il medico curante o del Pronto soccorso potrà accedere a tutta la storia sanitaria del paziente, analisi, operazioni, allergie, con un riscontro immediato e un risparmio di prestazioni». La nuova legge regionale prescrive anche il dimezzamento delle liste d’attesa. «Per prima cosa – ha spiegato Girardi – punteremo a uniformare il rendimento delle diverse Usl, poi lavoreremo sulla riduzione dei tempi».
Alessio Corazza – Il Corriere del Veneto – 3 gennaio 2017