Dal primo gennaio le Usl 16 di Padova, 15 di Cittadella e 17 di Este non esistono più. Si sono fuse nella nuova Usl 6 Euganea, la più grande del Veneto — 934.332 utenti, 7500 dipendenti, bilancio da 1 miliardo e 726 milioni di euro — nel rispetto della riforma approvata il 19 ottobre scorso dal Consiglio regionale, che ha ridotto le Unità sociosanitarie locali del Veneto da 21 a 9. La parola d’ordine, per il direttore generale Domenico Scibetta, è: orecchie e parole alla gente. Mica facile con quasi un milione di assistiti.
«E infatti abbiamo creato altri canali di comunicazione — spiega il manager — oltre ai tre Uffici per le relazioni con il pubblico, che mantengono altrettanti numeri di telefono, è appena partita una piattaforma comune, che risponde al numero verde 800-201301, per ora con un solo operatore ma che incrementeremo». Anche perchè il «SuperUrp», con sede a Camposampiero, piace un sacco: la linea è sempre occupata. E allora tra due settimane passerà su iCloud e avrà sei operatori. L’orario resta lo stesso, già ampliato: 8.30/14.
Nel frattempo si può parlare direttamente con Scibetta su Facebook (Ulss Euganea 6) e Twitter (@Ulss_Euganea), con Whatsapp (3371694439) e per e-mail (ildirettoretiascolta@aulss6.veneto.it). O consultando il «sito ponte» al quale si arriva digitando l’indirizzo Internet dei portali delle vecchie Usl, in attesa del nuovo. Che proporrà lo stesso format dei siti delle altre 8 Usl appena nate, predisposto da Arsenàl.IT, il consorzio delle aziende sanitarie venete per la ricerca e l’innovazione nella sanità digitale. In attesa di segnalazioni, richieste d’aiuto o lamentele, il dg chiarisce: «Per il paziente non cambia nulla. I cinque ospedali in gestione, i poli convenzionati come la Casa di Cura di Abano, Villa Maria, Villa Trieste o Parco dei Tigli, i reparti e i primariati restano come sono, visto che le schede ospedaliere sono in vigore fino al 2018. Non si perde alcun servizio: implementeremo le reti cliniche caratterizzando ogni polo a seconda della vocazione. Per esempio Camposampiero sta diventando Centro traumatologico ortopedico ma anche riferimento per la chirurgia robotica, con l’acquisto dell’ultima versione del Da Vinci. A Cittadella approderà la tecnologia del futuro, partendo dall’angiografo digitale appena acquistato; al Sant’Antonio saranno ulteriormente valorizzate eccellenze come la Chirurgia, la Cardiologia, l’Urologia, l’Oculistica».
Grandi progetti anche per il territorio, con la rimodulazione dei servizi di continuità anche attraverso la telemedicina, il telecontrollo e il telemonitoraggio (per esempio sullo scompenso cardiaco), con l’obiettivo di prendere in carico il malato dalla diagnosi alla riabilitazione. Compito non facile per un’azienda in cui un residente su tre (il 33%, con l’acuto del 34,4% della vecchia Usl di Este, caratterizzata dalla popolazione più anziana contro quella giovane dell’ex Usl di Cittadella) è malato cronico. Realtà che comporta grande dispendio di forze e di energie. Da tarare su nuovi parametri, visto che in aprile si chiuderanno gli ultimi bilanci, quelli 2016, delle superate 21 Usl.
L’altra grande sfida sono le liste d’attesa. «La Regione ne ha inserito l’ulteriore abbattimento tra gli obiettivi dei direttori generali, pena la decadenza — ricorda Scibetta —. Dobbiamo migliorare l’attuale livello di soddisfazione comunque superiore al 90%, riorganizzando le agende, rivedendo le convenzioni con i 98 privati accreditati, facendo lavorare di più gli operatori, nel rispetto del contratto, e usando le strumentazioni per 12 ore al giorno. Se necessario e se la Regione lo autorizzerà, si valuterà pure il potenziamento ad hoc dell’organico».
Tra le priorità le campagne per le vaccinazioni. «Nell’Europa dell’Est sono emersi focolai di poliomelite — chiude il manager — dobbiamo tutelare la nostra popolazione, che purtroppo non ha ancora l’esatta percezione del rischio».
Michela Nicolussi Moro Il Corriere del Veneto – 3 gennaio 2017