Anno nuovo, nuova Uls. È nata la numero 6 Euganea, la più grande e popolosa del Veneto, che riunisce l’Ulss 16 di Padova, la 15 di Cittadella-Camposampiero e la 17 di Este-Monselice. La Ulss conta 7.500 dipendenti, un milione di assistiti, 1.700 posti letto e 5 ospedali.
Un colpo di spugna a steccati, divisioni, campanilismi. Il count down di mezzanotte è coinciso con la nascita dell’Ulss 6 Euganea, la più grande e popolosa del Veneto che, in un sol boccone, si è “mangiata” l’Ulss 16 di Padova, la 15 di Cittadella-Camposampiero e la 17 di Este- Monselice. Il brindisi al 2017 ha coinciso con lo schiudersi di questa nuova, enorme realtà sanitaria: una grandissima famiglia di 7.500 dipendenti, un bacino d’utenza di quasi un milione di abitanti (per la precisione 934.659, davanti a Verona e Treviso), 1 miliardo 720 milioni di costo della produzione, 1.700 posti letto suddivisi in cinque ospedali (Sant’Antonio di Padova, Immacolata Concezione di Piove di Sacco, Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia, e poi i due poli sanitari di Cittadella e Camposampiero), 175mila accessi annui al Pronto soccorso, solo per citare i numeri più rilevanti.
La riforma, voluta dalla Regione che così valuta di risparmiare su scala veneta 90 milioni di euro da reinvestire su personale, sostenibilità e sviluppo dei servizi come concordato con le organizzazioni sindacali, non tocca la programmazione sanitaria e non si esaurisce m una rideterminazione di confini ma prevede una riorganizzazione in primis degli apparati amministrativi. Non ci sarà alcuna ripercussione sui servizi, anzi la concreta possibilità di miglioramento: l’aggregazione consente una flessibilità nel segno dell’omogeneità, cioè acquisti centralizzati, unificazione nella gestione del personale e del contenzioso. Tre Aziende socio-sanitarie in una, insomma, quartier generale in via Scrovegni, un unico direttore generale (Domenico Scibetta) anziché tre e una squadra di tre alti dirigenti (il direttore sanitario Patrizia Benini, il direttore amministrativo Paola Bardasi, il direttore dei servizi sociali Daniela Carraro), anziché nove. Sul fronte territoriale la nuova maxi-UIss conterà su cinque distretti socio-sanitari e la volontà nel prossimo triennio di coinvolgere almeno il 95% dei medici di base nelle medicine integrate (da 4 a 11 camici bianchi raggrupppati in una sola sede). La conformazione di Azienda ospedaliera e Istituto oncologico veneto rimane inalterata: dalla scorsa notte dunque la sanità padovana è, almeno sulla carta, organizzata in maniera più dinamica, agile, asciutta e razionale.
Il Gazzettino – 2 gennaio 2017