I sindacati di categoria hanno aderito alla manifestazione del 15 dicembre e chiedono ad aziende sanitarie e Regione Umbria di intervenire. Il segretario Lo Vaglio: “A rischio l’attività ordinaria, impensabile gestire un’eventuale emergenza”
La Federazione medici veterinari e il Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica Umbria, dopo avere raccolto le istanze degli iscritti nelle assemblee aziendali a Perugia e Terni, porta al tavolo regionale e aderisce alla manifestazione dell’intersindacale medica che si terrà a Roma il 15 dicembre.
“Siamo di fronte al cronico sotto finanziamento del SSN e al grave ritardo nelle assunzioni del personale dei servizi rispetto alle attuali dotazioni organiche previste nelle aziende sanitarie Umbre, per gestire l’ordinario, quando ormai le situazioni di emergenza alle porte sono sempre costanti – afferma Giovanni Lo Vaglio, segretario regionale Fvm e Sivemp – Vedi la peste suina africana e l’influenza aviare, per non parlare della permanente diffusione da Covid dove si è dato un significativo contributo ai servizi medici nelle indagini epidemiologiche. Pur apprezzando le aperture della presidente Tesei nell’incontro tenutosi con le organizzazioni sindacali della dirigenza medica e veterinaria, dove si è illustrato il piano di efficientamento e riqualificazione del Servizio sanitario regionale, rimangono forti le perplessità su quanto previsto per la riorganizzazione dei servizi territoriali”.
Secondo i sindacati medici veterinari i numeri non tornano: da un lato i criteri rigidi e ragionieristici dei provvedimenti, dall’altro i parametri organizzativi dei dipartimenti di prevenzione. “Appare chiaro anche ai non addetti ai lavori che questi non possono essere gli stessi dei distretti strettamente legati alla popolazione umana, tra l’altro drasticamente ridotti di numero, senza alcun fondamento tecnico condiviso con le organizzazioni sindacali della dirigenza medica e veterinaria – prosegue Lo Vaglio – A dimostrazione, come esempio, vi è il grave ritardo dell’USL Umbria 2 nell’attribuire le strutture semplici vacanti, nonostante un atto aziendale vigente, scaricando responsabilità sulle non formali indicazioni dell’assessorato che non ha potestà legislativa rispetto all’autonomia aziendale prevista dalle norme nazionali e regionali ancora in vigore”.
A fronte di un quadro organizzativo incerto la situazione è aggravata anche dalla mancata attribuzione delle risorse economiche agli stessi servizi veterinari, finalizzate a qualificare i controlli ufficiali: “Pensiamo, per esempio, all’ancora irrisolto problema del parco auto fatiscente o alla dotazione di computer vetusti, indispensabili, rispettivamente, per la movimentazione con condizioni e presidi sanitari idonei verso l’utenza di riferimento e per l’efficienza informatica finalizzata a registrare e rendicontare correttamente i controlli ufficiali” conclude Lo Vaglio.