Ma nel nuovo Codice deontolgico dovrebbero entrare anche nuovi temi che si sono imposti nell’ultimo decennio: dall’avvento dell’approccio «one health» per raggiungere la salute globale intesa come salute umana insieme a quella animale e ambientale, al ruolo delle tecnologie come l’intelligenza artificiale e gli algoritmi che possono essere utili ma non sostitutivi del medico fino alla formazione e al ruolo sociale del medico. Questi temi rappresentano altrettante direttrici per il lavoro di rivisitazione del Codice degli esperti del board multidisciplinare, una trentina tra medici, giuristi, docenti universitari, giornalisti, filosofi della medicina e rappresentanti della società civile. Entro l’estate del prossimo anno si procederà a definire bene gli obiettivi precisi del nuovo Codice per poi arrivare alla bozza entro fine 2023 che, dopo un confronto con la società civile, sarà approvato articolo per articolo dal consiglio nazionale dell’Ordine dei medici a inizio 2024.
«La pandemia ha accelerato e acuito la crisi della professione a causa di fenomeni come l’aziendalizzazione o il primato dell’economia, ma penso anche alla normativa Ue che considera i medici una impresa, al limite noi siamo impresa etica perché il nostro obiettivo è la salute non certo il guadagno», avverte Filippo Anelli il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici che nei giorni scorni ha coordinato i lavori del board di esperti. Anelli sottolinea come questi concetti «ci hanno spinto a essere sempre meno professionisti e sempre più tecnici della sanità e invece chiediamo una professione più vicina alla gente e il vero spirito di questa riforma è proprio questo e cioè passare dall’essere il medico che cura la malattia al medico che cura la persona al di là della malattia perché tiene conto anche della dimensione sociale o dell’ambiente e qui entra il concetto di one health». Di certo come detto entreranno nel codice le vaccinazioni: «I vaccini rappresentano un fondamentale strumento di prevenzione ed i medici non potranno disconoscerne il valore scientifico. Conseguentemente, il medico – continua Anelli – non può sconsigliarne l’utilizzo». Se dunque i medici «verranno chiamati a partecipare a campagne vaccinali non potranno non effettuare la somministrazione». Non entrerà invece l’obbligo di vaccinarsi per i camici bianchi: «La Costituzione ne prevede l’obbligo nei casi previsti dalla legge quindi la decisione è demandata al Parlamento».
Il nuovo Codice deontologico affronterà anche l’impiego delle tecnologie come l’intelligenza artificiale che può essere uno «strumento fondamentale per migliorare l’efficacia dei trattamenti l’accuratezza della diagnosi – avverte il presidente della Fmoceo -, ma va evitato il tentativo già in atto nel mercato in diversi Paesi di usare l’algoritmo come un surrogato questo perché nessuna intelligenza artificiale può sostituire il rapporto medico-paziente».