Il mondo dell’allevamento delle bufale in Campania continua a confrontarsi a mani nude con le infezioni di tubercolosi e brucellosi, che continuano a colpire sempre più diffusamente le mandrie del casertano, come già documentato in questo articolo. Con numeri che allontanano il raggiungimento del primo obiettivo del Programma di Eradicazione approvato nel marzo scorso: il dimezzamento della prevalenza nel 2022.
La questione è stata poi analizzata dal Consiglio Regionale della Campania, che ha votato un ordine del giorno che impegna la Giunta a chiedere al Ministero della Salute di portare le vaccinazioni per la brucellosi, ora previste per i capi fino a 9 mesi di età, fino a meno di 3 anni, obbligatorie in zona cluster d’infezione.
Ma non è finita: più di recente è intervenuto in argomento il ministro per l’Agricoltura e la Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida, che vuole implementare misure più efficaci per contrastare le infezioni che si stanno diffondendo in Campania. E ha annunciato l’arrivo di nuovi aiuti al settore attraverso la Pac 2023-2027, con contributi sugli ecoschemi e gli aiuti accoppiati.
Campania, un ordine del giorno per le bufale
All’unanimità il 7 novembre scorso a Napoli il Consiglio Regionale, al termine della seduta tematica dedicata allo stato di attuazione del “Programma Obbligatorio di Eradicazione delle Malattie Infettive delle Specie Bovina e Bufalina in Regione Campania”, approvato con la delibera di Giunta numero 104 dell’8 marzo 2022, ha votato un ordine del giorno ed impegnato la Giunta della Regione Campania a chiedere al Ministero della Salute di poter vaccinare contro la brucellosi anche i capi bovini e bufalini adulti e comunque di età non superiore a 3 anni, ad attivare la ricerca per nuove tecniche diagnostiche e sviluppare un nuovo vaccino. È questo il contenuto essenziale dell’ordine del giorno proposto dal presidente del Consiglio, Gennaro Oliviero, e approvato dopo essere stato illustrato dal vicepresidente della Giunta, Fulvio Bonavitacola.
Inoltre, la Giunta Regionale si è impegnata a velocizzare i pagamenti degli indennizzi agli allevatori per gli abbattimenti dei capi risultati positivi ai test per brucellosi e tubercolosi.
Sono rimasti delusi gli allevatori di Altragricoltura – capitanati da Gianni Fabbris – che forse si aspettavano di più. L’atto approvato dal Consiglio, invece, per l’opposizione di Centrodestra rappresenta una sorta di vittoria: “Il dato politico che emerge è il sostanziale riconoscimento da parte della maggioranza di De Luca delle storture di un Programma che, se attuato senza profonde modifiche, avrebbe finito per distruggere completamente l’intero patrimonio bufalino casertano” ha dichiarato il senatore campano di Fratelli d’Italia, Sergio Rastrelli, a margine della seduta.
Lega e Fratelli d’Italia avevano aperto il consiglio con un fuoco di fila molto arrembante. “Nel Casertano per l’emergenza brucellosi hanno chiuso negli ultimi anni 300 imprese con la perdita di migliaia di posti di lavoro“, ha affermato la consigliera del gruppo misto Maria Muscarà, sottolineando come “nell’ultimo decennio sono stati abbattuti 140mila capi dei quali solo una piccola parte è risultata affetta da brucellosi agli esami eseguiti dopo l’abbattimento”.
De Luca difende il Programma
Ha difeso con decisione il proprio operato Il governatore campano e assessore alla Sanità ad interim, Vincenzo De Luca, e sulle analisi di laboratorio ha affermato: “Abbiamo chiesto una verifica all’Istituto di Teramo, lo stesso che ci indicavano gli allevatori. Ed i risultati sono che il 95% degli esami erano esatti“.
Il riferimento è soprattutto alla brucellosi sulla quale il Programma della Regione Campania deroga all’obbligo di analisi di ricerca diretta del batterio, e conferisce lo status di capo infetto all’animale risultato due volte positivo a test indiretti, più veloci ed economici.
Per De Luca inoltre, “Il Programma non è stato sottoposto ad alcuna censura dalla giustizia amministrativa“: il riferimento è al Tar Campania, adito dagli allevatori che chiedevano l’annullamento del Programma di Eradicazione, rispetto al quale, dopo mesi, la magistratura amministrativa non si è ancora definitivamente pronunciata, alimentando un clima pessimo.
“Il Piano di Eradicazione è stato discusso per mesi e condiviso dal 90% delle associazioni agricole. È stata avviata la vaccinazione per i capi da 0 a 9 mesi e quindi ci vorrà ancora del tempo per eradicare la brucellosi” ha tra l’altro detto il presidente campano.
E De Luca, riferendosi agli abbattimenti, ha infine sottolineato: “Non tutti gli allevamenti si possono salvare, perché alcuni non hanno i requisiti minimi e quelli del futuro devono essere ai livelli della Baviera e dell’Olanda, questo significa tutelare il comparto”.
Il ministro, obiettivi del Piano non raggiunti
Di tutt’altro tenore le dichiarazioni del ministro Lollobrigida che il 17 novembre scorso al Senato – durante il Question Time – ha risposto ad alcune interrogazioni sul tema.
Secondo il ministro, con riferimento al Consiglio Regionale del 7 novembre scorso a Napoli “Nel dibattito svoltosi è emerso, infatti, che si è ben lontani dall’obiettivo che si intendeva conseguire ovvero il dimezzamento rispetto all’anno precedente del numero dei capi affetti da brucellosi e tubercolosi (la percentuale pare essere non superiore al 18%). Il fenomeno è allarmante soprattutto nella provincia di Caserta ed è necessario intervenire rapidamente e con misure efficaci“.
Lollobrigida ha annunciato di aver già scritto al Ministero della Salute, alle istituzioni locali e alle associazioni di categoria: “per confermare la volontà di implementare l’attività di raccordo operativo e coordinato finalizzata a definire gli strumenti per affrontare in modo efficace le problematiche in oggetto, nonché ad individuare le modalità accelerate di erogazione di misure di sostegno per il mancato reddito a favore delle aziende che hanno subìto forti abbattimenti“.
Il ministro Lollobrigida ha sottolineato come “Quello del ristoro alle aziende è, infatti, l’ulteriore versante – strettamente connesso a quello di eradicazione delle malattie – sul quale intendiamo impegnarci. Al riguardo, informo che il Ministero, a seguito dell’adozione del Regolamento Delegato (UE) 467/2022 (che prevedeva la concessione di un aiuto eccezionale di adattamento ai produttori più colpiti dalla crisi ucraina), è intervenuto in favore del settore bufalino attivando un aiuto complessivo di importo pari a 6,2 milioni di euro, che risulta interamente erogato“.
Lollobrigida ha quindi ricordato che con il Piano Strategico della Politica Agricola Comune 2023-2027, in fase di adozione da parte della Commissione Europea “sono stati previsti aiuti accoppiati destinati al settore pari a 3,2 milioni di euro annui, per l’intero periodo 2023-2027“.
Infine, nell’ambito del Piano Strategico Nazionale della Pac “gli allevatori bufalini, attraverso gli eco-schemi, potranno accedere ad un aiuto specifico, finalizzato al miglioramento del benessere animale e alla riduzione dell’antimicrobico resistenza”.